Lo scorso 10 dicembre, al club The Novo di Los Angeles, si è tenuta la nona edizione del concerto benefico Home for the Holidays, ideato da Cyndi Lauper per raccogliere fondi a favore dei senzatetto, con particolare attenzione per le persone LGBTQ. Nato nel 2012 a New York in collaborazione con True Colors United – associazione co-fondata dalla stessa Lauper, che porta il nome di una delle sue hit più iconiche –, quest’anno l’evento si è spostato per la prima volta sulla West Coast, senza però fare a meno dei grandi nomi che ogni anno ne calcano il palco.
Ad aprire la serie di duetti con la padrona di casa è stato Marilyn Manson con la sua “The Beautiful People”, per poi proseguire con il classico dei classici di Cyndi, “Girls just wanna have fun”, in coppia con Kesha. Non sono mancati altri momenti nostalgia, come la stessa “True Colors” (con Belinda Carlisle) e “Money Changes Everything” (con Perry Farrell), e perfino una riedizione di “Rise Above” dei Black Flag in compagnia dello storico frontman della punk band californiana, Henry Rollins.
Nonostante le 66 primavere, che comunque non dimostra assolutamente, la Lauper ha mostrato ancora una volta un’energia da ragazzina, ulteriormente sottolineata dall’acconciatura anticonvenzionale – un mohawk giallo fluo, quasi da Super Saiyan. E soprattutto, coerentemente con tutto il suo percorso artistico, una sensibilità particolare verso chi non può o non vuole omologarsi: «She’s so unusual», lo diceva lei stessa in un fortunato autoritratto degli anni 80.