Boys don’t cry: il Grande Fratello VIP dà lezioni di machismo

Boys don’t cry cantavano i Cure nel 1993, raccontando le consequenze che il maschilismo ha sugli stessi uomini, che per la società non possono lasciar trasparire la propria sensibilità o le proprie fragilità. Son passate quasi due decadi, quando ieri al Grande Fratello VIP si è tornati all’anno zero con la contrapposizione dell’uomo virile alle immagini di alcuni inquilini della casa che si comportavano in un modo non ritenuto all’altezza.

Ai confessionali di Antonella Elia e Clizia Incorvaglia in cui lamentavano l’assenza del maschio alfa, sono state accostate le scene di Andrea Denver che piange, Paolo Ciavarro che si fa pettinare da Antonio Zequila, Pago che passa la piastra ai capelli, Andrea Montovoli che osserva una pianta, momenti di relax e gesti di tenerezza di alcuni concorrenti uomini nei confronti delle coinquiline donne. Subito dopo viene lanciato un secondo video che riesce nell’impresa ardua di alimentare ulteriormente gli stereotipi dell’uomo che non deve chiedere mai: tre ragazzi fanno irruzione nella casa del Grande Fratello a torso nudo e in modo sfacciato, sfociando nella maleducazione con l’apertura del frigo per mangiare il cibo altrui e bere direttamente dalla bottiglia del latte.

Dopo aver affermato di non voler rappresentare l’omosessualità in modo macchiettistico e a una sola settimana dalla condanna delle frasi sessiste di Salvo Veneziano nei confronti di una concorrente, Alfonso Signorini e gli autori hanno messo da parte il moralismo e sono riusciti, in pochi minuti, a dare lezioni di machismo a quel pubblico che si sono proposti più volte di “educare”. Alla faccia degli stereotipi e della parità di genere.

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