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Ratzinger scalpita contro l’inclusività della Chiesa: «Matrimoni gay segno dell’Anticristo»

A distanza di pochi giorni dall’aiuto di Papa Francesco a una comunità transgender di Torvaianica, il pontefice emerito Joseph Aloisius Ratzinger torna a far parlare di sé e della propria omotransfobia grazie a un articolo di Life Site News, che anticipa alcuni punti della sua biografia, ormai prossima alla pubblicazione.

Se Bergoglio alterna dichiarazioni di inclusività nei confronti delle persone LGBT+ ad altre discriminatorie, al suo precedessore va riconosciuta una certa coerenza per quanto riguarda la propria intransigenza rispetto all’avanzamento dei diritti civili in tutto il mondo, dalle leggi sull’aborto alla legalizzazione dei matrimoni tra persone dello stesso genere, passando per la possibilità di divorziare.

Nel libro Benedikt XVI: Ein Leben, che conta più di mille pagine e che verrà rilasciato domani in tedesco, il giornalista Peter Seewald raccoglie la visione di Ratzinger in seguito a numerose interviste. Tra queste vi è il poco originale collegamento tra il «dominio del matrimonio omosessuale» e il «potere spirituale dell’Anticristo».

«Cento anni fa tutti avrebbero considerato assurdo parlare di un matrimonio omosessuale. Oggi si è scomunicati dalla società se ci si oppone» sostiene il papa emerito nella propria biografia, ignorando (o facendo finta di ignorare) che quella società nel frattempo si è evoluta, ha studiato e, grazie alla scienza, ha potuto stabilire che l’omosessualità è una normale caratteristica dell’essere umano e non una devianza.

A Ratzinger non va giù che chi intende imporre le proprie idee discriminatorie nei confronti del prossimo venga emarginato: «La società moderna è nel mezzo della formulazione di un credo anticristiano, e se uno si oppone, viene punito dalla società con la scomunica. La paura di questo potere spirituale dell’Anticristo è quindi solo più che naturale, e ha davvero bisogno dell’aiuto delle preghiere da parte di un’intera diocesi e della Chiesa universale per resistere».

Colui che è stato per anni a capo di un’organizzazione che per secoli ha imposto il proprio credo in gran parte del mondo, che si è attrezzata per l’indottrinamento di milioni di persone dalla tenera età e il loro inserimento in un registro che ne stabilisce la fede religiosa quando non sono ancora consezienti, ha oggi la sfrontatezza di lamentarsi di una presunta «dittatura mondiale di ideologie apparentemente umanistiche».