«L’omosessualità è una moda»: le interessanti opinioni di Francesco

«Nelle nostre società sembra addirittura che l’omosessualità sia di moda» è la dichiarazione intelligente di Papa Francesco. Questa citazione è tratta da “La forza della vocazione” libro intervista in uscita il 3 dicembre; qui il Papa argentino parla a 360 gradi della vocazione dei giovani cattolici ai ministeri della Santa Romana Chiesa.

Vi dirò, a me non sconvolge nemmeno poi tanto. Appena il caro Bergoglio salì al soglio pontificio tutti tuonarono dicendo che il Papa non vedeva di buon occhio gli omosessuali, sulla base di alcune sue dichiarazioni fatte quando era ancora cardinale. Io già lì pensai: “beh grazie al cazzo”.

Col passare del tempo Sua Santità dal candido abito ci aveva deliziato con «Chi sono io per giudicare», e lì fu un tripudio di gioia e consensi verso il successore di Pietro: o mio Dio quanto è buono e tenero questo Papa, lui non giudica. Ed anche qui nel mio cervello faceva capolino un bel “E sti cazzi”.

Ma questa luna di miele con l’argentino non giudicante è durata poco. Tutti nuovamente sconvolti quando il Papa dichiarò che per lui esiste solo la famiglia composta da uomo e donna: ovvero quella famiglia che (salvo eccezioni) crea bambini se si mette la nocciolina nel buco delle noccioline. E qui ritorna più forte che mai un bel “grazie al cazzo”.

Ma seriamente esiste qualcuno che pensa che il bel Francesco possa riconoscere come legittime le coppie omosessuali? È come se la Carrà nazionale facesse una dichiarazione omofoba: un po’ di pragmatismo su. Nella Bibbia Dio ci ha creati uomini e donne per farci accoppiare come conigli e per fare piccoli pargoli ad ogni coito. Il matrimonio inteso in senso strettamente cattolico ha come fine la procreazione. Come dice parte di un saggio detto “cazzo in culo non fa figli” figuriamoci due vagine. Quindi io non riesco proprio a comprendere il perché di cotanto sconvolgimento.

Con l’ultima dichiarazione poi si è superato. Dire che l’omosessualità è una moda è un qualcosa di spettacolare, come se uno la mattina si potesse svegliare ed in base a quello che passa alla Milano Fashion Week decidere se farsi piacere gli uomini o le donne (o entrambe per essere super cool).

Forse a Sua Santità sfugge che esiste l’organizzazione mondiale della sanità che dice ben altro dell’omosessualità; dire che è una moda implica che l’orientamento sessuale sia in qualche modo una scelta. Un individuo sceglie se seguire una moda, sceglie se farci il ciuffo emo o se farsi il risvoltino: essere omosessuali è un’altra cosa teniamolo a mente.

Al di là dei (sicuramente interessanti) contenuti di questo libro, trovo alquanto paradossale che a parlare di questo sia il capo di un organizzazione, che obbliga (in linea di principio eh) la sua classe dirigente a tenersi gli organi genitali ben custoditi nelle mutande. Ho sempre trovato questo un qualcosa di abominevole, un qualcosa di così vecchio da puzzare quasi di naftalina. Cioè voi non potete amarvi perché siete due uomini o due donne, però noi tenerci il pisello nelle mutande lo possiamo fare. Così per dire: se l’omosessualità è contro natura quello che fanno loro appare naturalissimo invece.

Al di là dell’ironia con cui ho scritto nei precedenti paragrafi, va fatta una riflessione seria: non per tutti quanto dichiarato dal Papa ha il peso di una piuma. È il capo spirituale di una grande religione che influenza le vita dei suoi fedeli ed indirettamente anche quelle degli altri. Esiste una una quota di omosessuali che sono cattolici e che credono e professano i precetti del cristianesimo, si rivedono in quei valori, in quei riti e soprattutto nell’autorità papale.

Sua Santità dovrebbe sapere qual è il peso delle sue parole su questi soggetti: non tanto su persone adulte con un carattere ed una personalità ben formata e protetta da queste becere dichiarazioni, quanto sugli adolescenti. È proprio su questi che le parole di Francesco sono più pericolose, un ragazzo che magari si sente sbagliato potrebbe illudersi davvero che l’omosessualità sia una moda e che quindi sia una condizione reversibile. In un articolo precedente ho già affrontato la questione. A me queste stupide dichiarazioni non sconvolgono, ma purtroppo qualcuno potrebbe dargli peso.

Fabrizio Procopio

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