Foto: Nash Svit/Facebook

Umiliano e torturano 19enne trans in sei, ma per la polizia ucraina non è transfobia

Un appuntamento fissato su Badoo si è trasformato in un incubo per una 19enne trans di Zhytomyr, in Ucraina. Secondo quanto racconta la vittima e un’associazione LGBT+ che sta seguento il caso, durante l’incontro, tenutosi lo scorso 29 aprile, il ragazzo – un 17enne – avrebbe obbligato la vittima a praticargli un rapporto orale, per poi tenderle una trappola a cui hanno preso parte altri quattro ragazzi e una ragazza.

Sebbene la vittima, che si identifica come donna transgender e usa i pronomi maschili, avesse già messo al corrente l’altra persona circa la propria identità di genere, il ragazzo ha reagito negativamente al momento dell’incontro, per poi proporre di andare a bere qualcosa in riva al fiume, dove sarebbe stato compiuto l’abuso.

Dopo di che, il 17enne ha telefonato ad alcuni suoi amici, che sono arrivati a bordo di un’automobile e lo hanno aiutato a spogliare la giovane vittima e ammanettarla per poi pestarla tra insulti transfobici e minacce di morte. Il gruppo avrebbe anche cercato di mettere in atto uno stupro, ripreso coi cellulari. L’orrore è continuato, con la vittima che è stata costratta a camminare nuda e sanguinante, a causa della rottura del setto nasale, mentre veniva inseguita in auto dagli aggressori. Arrivati nei pressi della sua abitazione, dove vive con i suoi genitori, gli aggressori hanno tirato fuori un coltello e chiesto 10mila grivinie ucraine (circa 340 euro).

«Al momento, sono in un grande stato di paura per la mia vita – ha dichiarato la vittima dall’ospedale in cui è ricoverata – Inoltre mi preoccupo molto per i miei genitori perché gli aggressori sanno dove vivo e hanno visto i miei genitori quando sono entrati nel nostro cortile».

La versione della polizia

La versione della polizia, che ha aperto un procedimento penale per rapina e ha organizzato un esame medico delle lesioni, non coincide del tutto con quella raccontata dalla vittima. In un comunicato stampa ufficiale, riportato dal Kyiv Post, l’accaduto viene descritto come «Uno dei soci sospettava di non aver in realtà incontrato una ragazza [sic!] ed è scoppiato un conflitto tra loro. Durante la colluttazione, un’auto è passata vicino ai giovani (la vittima e il ragazzo dell’appuntamento, ndr). Il conducente e i passeggeri sono intervenuti nella situazione».

Nessuna indagine per violenza sessuale è in corso: per la polizia il rapporto orale sarebbe stato conseziente e l’esame medico a cui è stata sottoposta la vittima non includeva un kit di stupro. Viene anche eslcuso il motivo dell’odio transfobico alla base del brutale attacco, sebbene nel corso delle torture siano stati pronunciati insulti rivolti all’identità di genere della vittima. Tuttavia, in Ucraina (come in Italia) non esiste ancora una legge contro l’omotransfobia a causa della contrarietà in Parlamento di alcuni gruppi cristiani.

Secondo quanto riporta l’associazione LGBT+ Nash Svit, in Ucraina ci sono stati 123 casi di crimini basati su omofobia e transfobia nel 2019. In circa un terzo dei casi, si tratta di persone che raccolgono informazioni personali delle vittime sui siti di incontri gay, per poi ricattarli in cambio di soldi, minacciandoli di rivelare pubblicamente il loro orientamento sessuale. Negli altri casi si tratta, per lo più, di aggressioni o molestie.