Siria, adolescenti omosessuali e trans stuprati e torturati dall’esercito

Secondo un report di Human Rights Watch, le autorità di Stato siriane e altre milizie armate stanno violentando uomini e ragazzi gay, donne trans e persone di identità non binaria.

Da quando è iniziato il conflitto siriano nel 2011, uomini e ragazzi e donne transgender sono stati sottoposti a stupri e altre forme di violenza sessuale da parte del governo siriano e di gruppi armati non statali, incluso il gruppo armato estremista ISIS.

Dati limitati e sottostima, in parte alimentati dallo stigma sulla vulnerabilità maschile e dalla riluttanza a parlare di esperienze di violenza sessuale, hanno contribuito a far sì che i sopravvissuti alle violenze appartenenti alle categorie LGBT+ non ricevessero adeguata attenzione e aiuto. Per redigere questo report, l’organizzazione internazionale Human Rights Watch, ha condotto in Libano 44 interviste con uomini gay e bisessuali (o percepiti come tali), donne transgender e persone non binarie che hanno descritto la propria esperienza di violenza sessuale in Siria.

Tutti gli intervistati hanno confermato il medesimo modus operandi: le guardie ai posti di blocco li avrebbero presi di mira perché avevano atteggiamenti effeminati. Una volta in detenzione, le torture state amplificate una volta confermato l’orientamento sessuale o l’identità di genere delle vittime, violentando i soggetti con manganelli tubi e bottiglie e praticando delle vere e proprie mutilazioni ai genitali attraverso scosse elettriche e bruciature. Le violenze sessuali avevano luogo anche all’interno di fazioni statali, come l’esercito siriano, non solo tra le milizie estremiste. Alcuni intervistati hanno infatti descritto casi di stupro, nudità forzata e molestie sessuali anche all’interno delle prigioni di Stato.

Come è facile immaginare, nonostante ora siano libere da questo genere aberrante di torture, la violenza sessuale ha lasciato alle vittime severi traumi fisici e problematici strascichi mentali. «Quando ti buttano giù, il bastone è la cosa più terribile – racconta Yousef, un ragazzo gay vittima delle violenze – Ora ho ancora problemi con l’ano. È rovinato per sempre. A volte sanguino. Ho avuto anche delle infezioni all’interno, perché tutte le cose che hanno inserito erano molto sporche».

Nel report, i funzionari internazionali hanno affermato che le aggressioni sessuali hanno coinvolto anche bambini LGBT+. «I detenuti di sesso maschile, compresi ragazzi di appena 11 anni, sono stati sottoposti a una serie di forme di violenza sessuale tra cui stupri, torture sessuali e umiliazioni – si legge nel report – Lo stupro aveva luogo durante gli interrogatori per forzare le confessioni e occasionalmente anche dopo che i detenuti confessavano, al fine di umiliarli o punirli ulteriormente. In questi casi, gli autori erano spesso milizie filo-governative a supporto della struttura di detenzione e non milizie private!». Alcune persone LGBT + hanno subito trattamenti ancora più duri, in particolare per mano dello Stato islamico in Siria.

I media hanno riferito di molteplici casi in cui lo Stato islamico ha gettato uomini gay da edifici o li ha lapidati a morte. Un ragazzo è stato accusato di essere gay e, successivamente, assassinato in questo modo quando aveva solo 15 anni.

Purtroppo queste esacrabili torture hanno terreno fertile in uno Stato fortemente condizionato dalla religione come la Siria. Sono molti i casi in cui sono gli stessi famigliari a torturare le persone LGBT+. «Di recente i miei fratelli hanno scoperto che sono gay e mi hanno torturato – rivela Jamal – Mi hanno picchiato, imprigionato a casa e hanno minacciato di uccidermi. Mi seguivano come la mia ombra».

Nel rapporto di Human Rights Watch emerge anche un supporto insufficiente per le vittime, anche quando sono fuggite nel vicino Libano. I sopravvissuti hanno problemi emotivi e psicologici, tra cui depressione, stress post-traumatico, traumi sessuali e pensieri paranoici. Nel contempo possono soffrire di forti dolori al retto e ai genitali, sanguinamento rettale e dolori muscolari. Molti hanno infezioni a trasmissione sessuale, incluso l’HIV.

Tristemente le organizzazioni che cercano di aiutare i rifugiati siriani LGBT + hanno difficoltà a cavarsela. Quello che si auspica è che i fornitori di servizi e le organizzazioni umanitarie in Libano forniscano servizi medici e di salute mentale completi e confidenziali ai sopravvissuti alla violenza sessuale di uomini, donne transgender e persone non binarie, con personale formato per gestire le loro esigenze in modo efficace e appropriato.

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