J.K. Rowling restituisce un premio per i diritti umani dopo le accuse di transfobia

J.K. Rowling proprio non ci sta ad essere criticata per le sue posizioni da femminista radicale trans-escludente. Così, dopo aver ritirato un proprio messaggio di stima a Stephen King dopo che questo ha affermato che «le donne trans sono donne», ora l’autrice di Harry Potter ha deciso di restituire il premio umanitario Ripple of Hope in seguito ad alcune critiche della presidente Kerry Kennedy.

La scrittrice aveva definito quel premio ricevuto un anno fa «uno dei più alti onori che mi sia mai stato assegnato», ma dopo che Kennedy ha espresso il proprio sgomento per i «tweet e le dichiarazioni transfobiche profondamente preoccupanti», Rowling ha deciso che poteva fare a meno di quella onoreficenza che, prima di lei, è stata consegnata a personaggi illustri come Barack Obama e Joe Biden.

«A causa del serio conflitto tra me e l’associazione per i diritti umani Robert Kennedy, non ho altra possibilità che restituire il premio – ha dichiarato la scrittrice – Sono profondamente rattristata che l’associazione abbia adottato questa posizione nei miei confronti, ma nessuna onorificenza, per quanta ammirazione io abbia per la persona che ne porta il nome, può spingermi a calpestare il diritto di seguire la mia coscienza».

La replica di Kerry Kennedy, che si basa sul metodo scientifico e non su strampalati ragionamenti basati su retaggi culturali, è impeccabile: «La scienza è chiara e conclusiva, il sesso non è binario. Ho parlato con Rowling, esprimendole la mia profonda delusione che abbia deciso di usare il suo grande talento per creare una narrativa che svilisce l’identità dei transgender e delle persone non binarie».

 

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