Avevano destato scalpore e indignazione nell’opinione pubblica le affermazioni di Massimiliano Quaresima, consigliere del XII Municipio a Roma: lo scorso 6 agosto, l’ex del M5S affermò durante una seduta ufficiale del consiglio, che l’omosessualità «potrebbe essere colpa anche della vaccinazione» e che vi sia un «incremento esponenziale» di persone con questo orientamento sessuale.
Ma alla ferma condanna della presidente del municipo, Silvia Crescimanno, e di alcuni giornali che hanno definito le sue parole «omofobe», «deliranti» e «bizzarre», Quaresima (ora nel gruppo misto) replica con una querela. La minisindaca lo aveva infatti indicato come «consigliere omofobo» in un post Facebook in cui prendeva le distanze da quelle affermazioni; lo stesso avevano fatto diverse testate che avevano ritenuto discriminatorio, nel contesto culturale dell’Italia del 2020, descrivere l’omosessualità come un effetto collaterale indesiderato dei vaccini e dire che «c’è qualcosa che va rivisto e capito sul motivo che ha portato l’omosessualità a essere depennata dalle malattie mentali nel ’90».
Come riporta RomaToday, nella denuncia, il consigliere spiega che le proprie frasi rappresenterebbero «il legittimo esercizio di una critica politica basata su argomentazioni criticabili come ogni altra ma di natura storica e scientifica». In quelle dichiarazioni sarebbe, secondo Quaresima, «impossibile rintracciare nelle frasi pronunciate dal sottoscritto un’incitazione all’odio o alle discriminazioni, di violenza verbale, psicologica, fisica, persecutoria o di altra natura, tale da arrecare alcun pregiudizio ai diritti della comunità omosessuale».
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