Kraśnik, la città polacca che preferisce mantenere la “zona LGBT free” che ricevere i fondi economici

A pochi giorni dalla condanna da parte della presidente della comunità europea Ursula von der Leyen e di altre personalità in tutto il mondo, la comunità rurale di Kraśnik, in Polonia, ha respinto la mozione circa l’annullamento della cosiddetta “zona LGBT free” in corrispondenza del proprio comune, accettando di non ricevere in questo modo fino a 40 milioni di zloty (circa 9 milioni di euro) e rivendicare la propria ideologia omofoba.

Norvegia, Islanda e Liechtenstein concedono questo fondi per ridurre le disuguaglianze socioeconomiche in Europa, tuttavia hanno deciso di non procedere proprio per le discriminazioni perpetrate a danno delle persone arcobaleno. Nonostante l’appello della presidente del consiglio comunale, Dorota Posyniak, secondo la quale «il bilancio della città in questo momento ha fortemente bisogno di questo sostegno esterno», ben 11 consiglieri hanno votato contro la mozione.

Nella classifica della ricchezza delle città polacche Kraśnik è la terzultima. Tuttavia, più importante dello spettro della perdita di milioni di euro dai fondi norvegesi, per i consiglieri, è la supposta minaccia dell’esistenza di persone di diverso orientamento sessuale o identità di genere.

Justyna Nakielska, attivista del gruppo di avvocatura Kampania Przeciw Homofobii, ha rivolto un appello dichiarando che le persone LGBTI+ «vogliono uguali diritti, non vogliono privilegi. Vogliamo solo vivere in pace». Tuttavia le autorità di Kraśnik credono che sia possibile vivere pacificamente in una città discriminando però , con il rifiuto della rimozione di tali zone, alcuni residenti. Al tempo stesso la perdita dei fondi determina la discriminazione delle persone che hanno necessità di accedere a quel sussidio.

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