Roberto Fico raccoglie l’appello di un ragazzo gay cacciato di casa: «Sì alla legge contro l’omofobia»

Ieri Salvo Palazzolo per La Repubblica ha raccontato uno dei numerosi casi di omotransfobia che avvengono, anche nel contesto familiare, nel nostro Paese. Si tratta di quanto accaduto tre mesi fa a Manuel Croce, 40enne disoccupato di Monreale, in provincia di Palermo, che nonostante la sua condizione economica è stato allontanato dalla propria famiglia che non accettava la sua omosessualità.

«Devi fare il maschio, altrimenti te ne vai» gli ha detto sua madre, così l’uomo è stato accolto da una casa rifugio situata a Ballarò, noto quartiere palermitano. Ma l’accoglienza che questo centro può garantire a Manuel è ormai terminata. «Qui possono ospitarmi fino al 30 settembre, ma io indietro non ci torno – ha spiegato a Repubblica – Sono gay e non voglio più nascondermi».

La notizia è stata commentata sui social dal Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico, che si è impegnato per promuovere l’approvazione del ddl Zan, la cui ripresa della discussione alla Camera è prevista nel mese di ottobre. «La storia di Manuel Croce – ha scritto l’esponente del M5S – ci ricorda che ci sono ancora dei passi da fare per una società che rispetti il modo in cui ciascuna persona si identifica, che non prescriva ruoli e non giudichi scelte. Le istituzioni devono impegnarsi in tal senso, così come ognuno di noi deve farlo nel suo quotidiano. Ed è per questo che raccolgo l’appello che Manuel mi ha rivolto: una legge contro l’omofobia è uno strumento normativo di cui abbiamo bisogno».

Il commento è stato accolto positivamente dal relatore del disegno di legge contro l’omotransfobia e la misognina. «Le parole del Presidente della Camera Roberto Fico per la legge contro l’omotransfobia e la misoginia sono davvero importanti – ha scritto Alessandro Zan su Facebook – Ora diamo immediatamente seguito a questo impegno delle istituzioni e approviamo la legge alla Camera in ottobre e poi rapidamente in Senato».