Il giornalista Angelo Molica Franco e il suo ragazzo insultati perché si tenevano per mano

Domenica scorsa il giornalista e scrittore Angelo Molica Franco è stato vittima di un episodio di omofobia mentre passeggiava con il suo ragazzo a Roma. L’autore di “A Parigi con Colette” ha ricevuto nei pressi di via Merulana una serie di insulti omofobi da un gruppo di ragazzi che ha notato la coppia mano nella mano.

A raccontare l’episodio è stato lo stesso Franco e ha deciso di farlo dalle pagine dell’edizione romana di Repubblica attraverso quella che ha il sapore di essere una lettera aperta al pubblico. Oltre a render conto dell’accaduto, infatti, l’autore si lascia andare a una serie di considerazioni relative al suo vissuto che fanno emergere il peso di portarsi addosso la parola “fr**io” per tutta la vita.

«La prima volta che mi hanno dato del fr**io avevo otto anni. Lo avevano scritto sul muro della scuola alcuni miei compagni: “Angelo fr**io”. Non sapevo ancora cosa significasse, ma capii subito si trattava di una cosa sporca vista la rabbia di mia madre e la fretta con cui scese dalla macchina per mettersi a pulire la scritta insieme ai bidelli. Ogni volta che qualcuno mi dà del fr**io rivedo lei, mia madre, con la spugna nelle mani a sbucciarsi le nocche delle dita contro il cemento della mia scuola in Sicilia. La guardavano tutti. Alcuni ridevano, mentre io, ancora sull’automobile, sentivo già che la colpa era mia, e sotto i denti come un impasto di latte e dentifricio».

Un racconto che rende evidente la necessità di provvedimenti che impediscano a piccole o grandi discriminazioni di rovinare la vita altrui. Un messaggio forte che arriva proprio nei giorni della discussione del ddl Zan alla Camera, un provvedimento necessario anche perché in Italia ancora oggi il 60% delle persone LGBT+ hanno paura a camminare mano nella mano con il proprio partner.