Secondo una ricerca, gli uomini omosessuali hanno una probabilità inferiore di conseguire lauree scientifiche, vale a dire in una materia STEM (Scienze, Tecnologie, Ingegneria, Matematica), rispetto ai loro coetanei eterosessuali.
Lo studio peer-reviewed, condotto dalla Exeter University in collaborazione con la Vanderbilt University di Nashville, è stato pubblicato sulla rivista Plos One. L’analisi ha coinvolto più di 140mila uomini e donne in relazioni omosessuali e quasi 11 milioni di uomini e donne in coppie di sesso diverso.
Quel che emerge è che gli uomini in coppie dello stesso sesso hanno il 12% in meno di probabilità di aver conseguito una laurea in un campo STEM rispetto a quelli in coppie eterosessuali. Per quanto riguarda le donne, invece, non è presente nessuna significativa differenza tra i due gruppi. Lo studio ha rilevato, inoltre, che il divario tra orientamenti sessuali per gli uomini è maggiore del divario tra uomini bianchi e neri (4%), ma inferiore al divario di genere, che è del 21%.
Divario anche nel mondo del lavoro
Le cose non cambiano nel mondo del lavoro. Secondo la ricerca, infatti, anche in questo campo si ha un divario, seppur più piccolo, tra professionisti STEM omosessuali ed eterosessuali. Diversa, invece, la situazione delle donne: la rappresentanza lesbica è superiore a quella della controparte eterosessuale.
La causa della scarsa presenza di uomini gay nei posti di lavoro associati alle materie STEM, dicono gli autori, potrebbe essere la stessa del divario di genere. L’eteropatriarcato, i pregiudizi impliciti ed espliciti, le molestie sessuali, l’accesso ineguale ai finanziamenti, sono, infatti, correlati al divario tra uomini gay e uomini eterosessuali.
A riprova di ciò, i modelli suggeriscono che le politiche per migliorare la rappresentanza delle donne nei campi STEM (ad esempio, riducendo la mascolinità tossica) possono avere il beneficio associato di aumentare la rappresentanza di uomini gay e viceversa.
«Includere gli omosessuali aumenta l’efficienza dei team STEM»
Lo studio afferma, inoltre, che nonostante i progressi legislativi e istituzionali, i posti di lavoro per gli scienziati LGBT+ sono ancora lontani dall’accoglienza. «Affrontare questi divari non sarebbe utile solo dal punto di vista dell’equità – dichiara il dott. Dario Sansone, coautore della ricerca – Potrebbe aumentare l’efficienza dei team migliorando il processo decisionale di gruppo, le prestazioni aziendali e il qualità e varietà del lavoro scientifico».
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