L’armata militare argentina avra l’obbligo di una quota trans minima dell’1%

A differenza degli USA, dove ci si prepara a sfrattare quanto prima il presidente Donald Trump dalla Casa Bianca, dall’Argentina arrivano delle storie piuttosto confortanti. Se nel primo Paese alle persone trans è stato sostanzialmente vietato il servizio militare, il presidente dello Stato sudamericano ha sottolineato che la quota trans militare debba comporre almeno l’1% del totale.

Un decreto, firmato dal presidente Alberto Fernandez, richiede che «una percentuale non minore dell’1% dei posti di lavoro nel settore pubblico, deve essere riservata per le persone trans che rispettino i criteri necessari». Successivo alla decisione è stato l’invio di un promemoria all’esercito argentino, in cui si ricorda che anche loro dovranno rispettare il decreto firmato.

«Il 90% del personale militare è contrario alla decisione ma sanno già che dovranno obbedire agli ordini»  ha spiegato una fonte ministeriale al giornale tedesco Deutsche Welle, aggiungendo che quel 90% è principalmente preoccupato da ciò che potrebbe accadere e da come la prenderebbero i militari di grado minore, nel momento in cui una persona transgender venisse promossa di grado e assumesse una posizione di comando. Questo come se una persona trans al comando, non fosse capace di prendere decisioni di un certo calibro, per qualche strana ragione.

«Ogni persona transessuale o transgender – è scritto in risposta, nel decreto – ha il diritto ad avere un lavoro decente e produttivo. Svolto in condizioni lavorative soddisfacenti ed eque. E, soprattutto, senza discriminazione alcuna, basata sull’identità o l’espressione di genere».

La cosa più importante da sottolineare, inoltre, è che le persone trans non saranno obbligate a correggere il sesso sul proprio documento d’identità. Questo per permettere loro di qualificarsi per un posto di lavoro, nel momento in cui stanno completando ancora la loro transizione.