Linguaggio inclusivo: Il Post è il primo quotidiano generalista a usare lo schwa (ə)

Il simbolo dell’alfabeto fonetico schwa (ə), detto in italiano anche scevà e utilizzato in alcuni dialetti meridionali, continua a farsi spazio tra le scelte stilistiche più apprezzate da esponenti dell’attivismo femminista e LGBT+. Dopo che la scrittrice Vera Ghena lo ha proposto alcuni mesi fa come alternativa al maschile generico per indicare qualcunə con un genere neutro oppure una moltitudine di persone di generi differenti, in moltə hanno iniziato a utilizzarlo al posto dell’asterisco e altre convenzioni.

Lo schwa è dapprima apparso nei comunicati di associazioni e nei post di influencer queer, poi è stato il turno degli articoli su blog e quotidiani online LGBT+, per poi finire sulla carta stampata grazie alla casa editrice effequ, che ha deciso di usarlo al posto del maschile generico nella collana “Saggi Pop”.

L’ultimo traguardo è quello dei quotidiani generalisti, non sempre apertissimi a questo tipo di cambiamenti, basti pensare a quantə giornalistə ancora oggi fanno confusione tra il genere femminile e quello maschile quando si parla di persone trans. Al meglio delle nostre conoscenze, il primo quotidiano generalista a utilizzare lo schwa è stato Il Post, che in un articolo di ieri ha tradotto una frase dall’inglese scritta da una persona anonima, dunque di genere non precisato. Così «I am confused» è diventato «Sono confusə».

L’articolo in questione ha, tra l’altro, una doppia importanza, trattandosi della notizia su Sarah McBride, prima donna transgender eletta al Senato negli Stati Uniti. Lunedì scorso, la senatrice ha pubblicato uno screenshot in cui una persona affermava di essere confusə e le chiedeva se fosse un uomo una donna. «I am a senator» è stata la risposta di McBride, diventata virale in tutto il mondo per l’elegante blast.

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