Un eurodeputato del partito di Orban fermato dalla Polizia in un party sessuale gay

Karma is a b!tch: l’ennesimo esponente di un partito contrario al riconoscimento dei diritti fondamentali delle persone LGBT+ è stato beccato con le mani della marmellata (chiamiamola così). Questa volta a predicare “bene” e razzolare male – si fa per dire – è l’eurodeputato Josef Szajer di Fidesz, il partito di Viktor Orbán, responsabile dell’oppressione delle persone omosessuali, bisessuali e transgender in Ungheria.

Nonostante i divieti imposti a causa dell’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia di Covid-19, l’eurodeputato ungherese era impegnato in un festino a base di sesso, alcol e droga insieme ad altri 24 uomini, tutti di genere maschile, nella notte tra venerdì 27 e sabato 28 novembre, in centro a Bruxelles. Tra i partecipanti al party abusivo diversi diplomatici e funzionari della Commissione europea.

Szajer avrebbe anche tentato di farla franca, cercando di svincolarsi dal fermo della polizia sostenendo di godere dell’immunità parlamentare. Ma il classico “lei non sa chi sono io” non ha funzionato e domenica scorsa ha dovuto dimettersi. «Non ho fatto uso di droghe – ha affermato il politico di estrema destra – Mi sono offerto di fare un test istantaneo, ma la polizia non ha voluto e dice di aver trovato una pasticca di extasy. Ma non è mia, non so chi e come sia stata messa lì. Sono profondamente dispiaciuto di aver violato le restrizioni Covid, è stato irresponsabile da parte mia».

«Sono pronto a pagare la multa – ha continuato – Chiedo scusa alla mia famiglia, ai miei colleghi e ai miei elettori. Chiedo loro di valutare il mio passo falso sullo sfondo di 30 anni di lavoro devoto e duro. Il passo falso è strettamente personale, io sono l’unico che ne reca la responsabilità. Chiedo a tutti di non estenderlo alla mia terra o alla mia comunità politica».

 

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