«Sono un uomo!»: una clip umilia Vittoria Schisano a Oggi è un altro giorno

Vittoria Schisano, ospite nel programma di Rai1 Oggi è un altro giorno, ha avuto un battibecco con la conduttrice Serena Bortone dopo che è stata mandata una clip estratta dal film “Tutto tutto niente niente” del 2012, nel quale l’attrice transgender interpretava un femminiello.

«Io mi chiamo Vittorio Anastasio – urla Schisano nel frame della pellicola – Sono un femminiello! Sono un uomo!». Quando la regia torna in studio, l’attrice non nasconde il disagio provocatole da quel filmato. «Non mi piace questa clip – afferma – ho fatto questo film e l’ho fatto perché come tutti anch’io dovevo pagare il mutuo. Che bisogno c’è di mettere quella clip dove io dico “sono un femminiello”? È una roba che mi disturba».

La presentatrice, anziché scusarsi, risponde in maniera piuttosto rigida, difendendo l’autrice. «Io all’autrice avevo chiesto la possibilità di andare avanti – replica Vittoria – e di non restare sempre nel ruolo di Vittoria che prima era Giuseppe. Penso che prima di difendere le persone che lavorano con te dovresti mettere a proprio agio i tuoi ospiti».

«Queste interviste sono sempre fatte sul percorso precedente – spiega Bortone – questo tipo d’intervista l’ho fatto con tutti». Schisano ha ribadito che aveva richiesto di non parlare della sua vita precedente al percorso di transizione: «Stiamo ancora parlando di Giuseppe con tre extension in testa».

Le scuse della conduttrice si limitano a: «È il tipo di intervista che faccio con tutti, se non l’hai capito me ne dispiaccio, ma non è il caso di attaccare un programma per questo. Mi dispiace se ti sei sentita in imbarazzo, mi dicono che lo sapevi, se non lo sapevi non vi sarete capite. Va bene così? Andiamo avanti?». Parole a cui sono seguiti altri secondi di tensione e imbarazzo tra le due donne.

Quella scritta da Oggi è un altro giorno è l’ennesima pagina di una televisione non ancora in grado di trattare adeguatamente il tema del transgenderismo. Andare a ripescare delle immagini di una donna trans che la ritraggono in una fase precedente del proprio percorso, nelle quali non si riconosce, è un errore grossolano per chi vuole trattare l’argomento in modo serio. Al di là di chi possa avere torto o ragione, fonte di dibattito sui social, di fronte a una donna che manifesta il proprio disagio sarebbe stato opportuno un maggiore rispetto e una maggiore sensibilità.