«Dovremmo respingere tutte le ideologie e creare un vero quadro giuridico che protegga tutti i membri della società», sono queste le parole pronunciate dall’arcivescovo lettone Zbignevs Stankevics nel suo discorso di apertura alle coppie omosessuali e alle coppie che vogliono vivere insieme senza contrarre matrimonio.
Questa dichiarazione arriva dopo la sentenza della Corte costituzionale lettone che stabilisce che il termine “famiglia” non è un equivalente di “matrimonio”, ma un concetto più ampio che include legami molteplici al di là dell’unione di due persone eterosessuali e di sesso opposto.
L’invito dell’arcivescovo al Parlamento lettone è quello di non polarizzarsi in posizioni contrastanti e cercare una soluzione che, superando le questioni ideologiche e religiose, sia il più inclusiva e rispettosa possibile. La Costituzione lettone, infatti, definisce il matrimonio come “l’unione tra un uomo e una donna” e in questo periodo si sta discutendo sulla possibilità di estendere l’istituto del matrimonio a persone dello stesso sesso. Tuttavia, c’è chi non è d’accordo e propone di non modificare il concetto di matrimonio, istituendo nuove forme legali d’unione, come avvenuto da noi.
Prima di Zbignevs Stankevics, anche l’arcivescovo messicano Carlos Aguiar si è detto d’accordo con Papa Francesco sulla necessità di istituire, dove la legge non lo prevede, le unioni civili per persone dello stesso sesso.

23 anni, nasce in una cittadina al centro tra Roma e Napoli. Cresciuto a suon di trash e teen drama, cerca ora di darsi un’aria da intellettuale. Laureato in filosofia, futuro disoccupato.
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