Brokeback Mountain, l’autrice: «Vorrei non averlo scritto»

Annie Proulx, autrice del racconto Brokeback Mountain successivamente trasformato nel film che tutti conosciamo, ha dichiarato che vorrebbe non aver mai scritto la storia.

La colpa, sostiene Proulx in un’intervista per Paris Review, sarebbe dei fan che quotidianamente le inviano lettere chiedendo un lieto fine per i personaggi. Sono in molti, infatti, i fan che vorrebbero un finale con matrimonio per Jack e Ennis. O, quantomeno, per Ennis, dopo che Jack è stato assassinato.

«Vorrei non aver mai scritto la storia – ha dichiarato l’autrice – Prima che uscisse il film andava bene, ma ora molti fan non riescono a capire che il racconto non riguardava Jack ed Ennis».

«Brokeback Mountain parla di omofobia – continua Proulx – Tratta di una situazione sociale; di un luogo e di una particolare mentalità e moralità. E in quella particolare mentalità non esistono persone gay felici».

Annie Proulx ha scritto Brokeback Mountain per The New Yorker nel 1997, ottenendo l’O. Henry Prize per questo racconto. Tuttavia, nonostante l’enorme successo ottenuto, ha dichiarato di non voler dare un seguito alla storia. «Uno dei motivi per cui tengo questa porta chiusa – sostiene –  è che molti fan hanno deciso che la storia avrebbe dovuto avere un lieto fine. Non possono sopportare il modo in cui finisce».

«Quella, però, non è la storia che ho scritto. Se i lettori vogliono un epilogo diverso, dovrebbero inventare dei loro personaggi – dichiara – I miei personaggi mi appartengono per legge».

L’autrice, contraria alle fan fiction e, a quanto pare, al lieto fine ha anche dichiarato di aver scritto nel 2014 un libretto per un’opera basata sul racconto. «Ho pensato che, poi, uno di questi idioti che ama il lieto fine avrebbe iniziato a fare casino – conclude – Voglio mantenere la mia storia così com’è. È una storia forte e non voglio venga lacerata dal “vissero tutti felici e contenti”».