Omogenitorialità, sentenza: figlio ha diritto alla pensione del padre intenzionale

Luca, nato con gestazione di supporto negli Stati Uniti nel 2010, è stato cresciuto a Milano da uno solo dei suoi genitori, Andrea. L’altro padre, Francesco, è purtroppo morto d’infarto nel 2015 a 40 anni. Andrea è il padre biologico, mentre Francesco, al tempo dirigente d’azienda, era considerato quasi un estraneo. Quest’ultimo era quel “padre intenzionale” che la legge ancora fatica a riconoscere.

Da questa situazione scaturiscono i problemi legati alla mancata erogazione della pensione di reversibilità da parte dell’Inps, che però è stato condannato dalla Corte d’appello di Milano, con sentenza 803 del 2020, a garantire ad Andrea e Luca quanto dovuto.

La battaglia è stata portata avanti dall’avvocato Alexander Schuster, che a Repubblica racconta: «Luca nasce negli Stati Uniti nel 2010 da una madre surrogata e dall’amore di Francesco e Andrea, che si sposano sempre negli States nel 2013. Vivono vicino a Milano». «Francesco muore a causa di un infarto fulminante nel 2015, senza aver potuto ancora riconoscere in Italia il piccolo Luca – spiega il legale – Con un lungo lavoro burocratico e giuridico, grazie anche all’intelligenza di una funzionaria di anagrafe, nel 2017 siamo riusciti a far trascrivere, post mortem, il certificato di matrimonio americano di Francesco e Andrea. E il certificato di nascita di Luca che negli States risultava con due papà».

Se è vero che in passato non ci sono stati problemi nel caso di coppie unite civilmente, va anche sottolineato come in questa vicenda la situazione fosse completamente diversa: fortunatamente però Luca è da un paio di giorni il primo bambino a cui l’Inps dovrà riconoscere la pensione di reversibilità del “padre intenzionale”.

Il caso di questa famiglia, i cui nomi riportati sono di fantasia, è quello a cui si farà riferimento per decidere in merito ad altre vicende. È il caso di Valentina, che dopo la rottura con la compagna è stata esclusa dalla vita delle sue due figlie. Entrambe concepite con fecondazione eterologa all’estero e non essendone madre biologica non aveva potuto riconoscerle alla nascita. Un altro caso in discussione ieri davanti alla Corte è stato quello di un bambino nato in Canada dove è riconosciuto figlio di due papà, ma di solo uno in Italia.