Amazon rimuove dagli “scaffali” i libri che descrivono le persone trans come malate

A volte serve davvero poco per supportare la comunità LGBTQ+. Un esempio, è dato da Amazon che ha deciso di impedire la vendita di testi indicanti una diversa identità di genere o sessuale come una malattia. Ed è bastato, davvero, un attimo, per scatenare la risposta di alcuni senatori repubblicani.

Una lettera aperta è stata inviata al CEO di Amazon, Jeff Bezos, da parte di quattro senatori repubblicani (Marco Rubio dalla Florida, Mike Lee dallo Utah, Mike Braun dall’Indiana e Josh Hawley dal Missouri). Nella lettera è presente una protesta verso il ban di un libro, dagli scaffali di Amazon, dello scrittore conservatore Ryan Anderson. Il libro, dal titolo “When Harry Became Sally: Responding to the Transgender Moment“, nella sua descrizione, si propone di «analizzare la rappresentazione solare del gender-fluid data dai media, contro la triste realtà di vivere con una disforia di genere».

I senatori, di conseguenza, hanno accusato Amazon di voler limitare il diritto di espressione della destra americana, come se questa possa prevalere sulla tutela delle persone discriminate da chi la esercita.

La risposta di Amazon

«Consideriamo in maniera attenta il contenuto che rendiamo disponibile sul nostro store» ha risposto l’azienda. «E, inoltre, ricontrolliamo spesso il nostro approccio alla cosa. Come descritto in precedenza, abbiamo deciso di non vendere libri che implicano l’appartenenza alla comunità LGBTQ+ come una malattia mentale. Amazon Web Services dà la possibilità a persone appartenenti a qualsiasi parte dello spettro politico di esprimersi. E noi rispettiamo il diritto dei nostri clienti di determinare, per sé stessi, quali contenuti vogliano vedere. Richiediamo solo che i nostri consumatori rispettino i termini del nostro servizio, che è creato per prevenire l’incitamento alla violenza verso gli altri».