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Omofobia a Foggia, coppia accerchiata e aggredita nel parco della città

Nel primo pomeriggio di ieri, a Foggia, due attivisti LGBT+ hanno subito un attacco omofobo da parte di un branco. Andrea Ragno e il suo compagno Alessandro Zagatti passeggiavano in un parco al centro della città, quando alcuni ragazzi, tra i 19 e i 20 anni circa, li hanno accerchiati per chiedergli se volessero della droga, per aggredirli verbalmente in seguito al loro rifiuto.

«Inizialmente – racconta Ragno in un post di denuncia su Facebook – hanno dato ad Alessandro del pedofilo, alludendo al fatto che omosessualità e pedofilia fossero la stessa cosa. Ho sudato freddo, cercando di ricordare qualche parola di dialetto foggiano per farmi intendere». Andrea, infatti, è un ragazzo trans e in quel momento temeva per la sua incolumità, dal momento che all’omofobia del branco si sarebbe potuta aggiungere la transfobia.

«La cosa assurda è che credevano che fossi un agente della Polizia – continua – Dopo aver capito che non lo ero, hanno iniziato ad aggredirci. Facevano allusioni alla grandezza del pene, a chi fosse il maschio e chi la femmina, con toni sempre più aggressivi».

A nulla sono serviti i toni pacati dei due attivisti, che hanno cercato di far ragionare il gruppo, spiegando che si poteva crescere, evolversi. Magari anche cambiando contesto culturale in cui vivere, come ha fatto Ragno. «Alla fine siamo andati via – conclude Andrea – Amareggiati».

«Bisogna educare le nuove generazioni»

«Foggia vive in un contesto in cui la criminalità organizzata conquista interi quartieri. – dichiara Ragno a NEG Zone – Molto spesso, sono proprio questi mafiosi ad adescare i ragazzini per farli spacciare. In un tale contesto di decadenza, si deve agire per un progresso culturale dei giovani e della città tutta. Proprio per questo, a legge Zan deve essere approvata subito. Non solo come deterrente per questi episodi, ma soprattutto per educare le nuove generazioni al rispetto per le diversità».

Grande sostegno, inoltre, ai due attivisti da parte di diverse realtà arcobaleno. «Perché abbiamo bisogno di una legge? – commenta la pagina Mio figlio in rosa – C’è ancora bisogno di spiegarlo?». «Pasqua la iniziamo così – scrive il portavoce di Possibile LGBTI+ Gianmarco Capogna –  Per l’omolesbobitransfobia non ci sono feste, non c’è vacanza».