Foto: Daphne Bohémien/Instagram

Infermiera urla il deadname di una ragazza trans nella sala d’attesa per il vaccino

Lo scorso 2 aprile, la content creator Daphne Bohémien è stata vittima di misgendering mentre era in un ospedale di Milano ad aspettare che le somministrassero il vaccino.

«Ero in fila aspettando il mio turno – racconta Daphne – e avevo compilato correttamente i moduli, inserendo il mio nome di battesimo. Quando è arrivato il mio turno ho dato la mia tessera sanitaria all’infermiera». Proprio in questo momento è accaduto cioè che era evitabile. L’infermiera, infatti, ha guardato la tessera e la ragazza e sorpresa, o forse non convinta che le due identità combaciassero, ha reagito urlando più volte il nome di battesimo, vale a dire il deadname, di Daphne.

«Non ero da sola nella sala d’aspetto – spiega l’artista – C’erano tre uomini che hanno iniziato a fissarmi da quel momento. Oltre al misgendering gravissimo, quell’infermiera ha violato la mia privacy». Alle rimostranze della ragazza, poi, l’infermiera ha risposto un secco: «Ah, scusi. Non lo sapevo».

«Cosa non sapeva? – si interroga Daphne – Che sarebbe bastato leggere il mio nome sui documenti? Che urlando il mio nome ha violato la mia privacy? O che se aveva dubbi bastava chiedermi in privato di chiarirli? Sarebbe bastato dare dei numeri all’ingresso e avremmo evitato tutto questo circo».

«Le persone nelle istituzioni e nella sanità non sono informate né formate – denuncia – Queste microaggressioni le subiamo ogni giorno, costantemente. Sono sfiancanti e demotivanti, perché ti fanno capire di essere parte di una società che non ti vuole, che non ti vede, per la quale non esisti».

 

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