Foto: Gruppo Trans / Facebook

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Vaccino Covid: Gruppo Trans denuncia l’ingiustificabile divisione delle file per sesso anagrafico

Serve veramente poco, a volte, per prendere delle scelte di gestione dei servizi che siano inclusive nei confronti di tuttə, ma si finisce nel ricadere sempre negli stessi errori, come quello denunciato ieri su Facebook dall’associazione Gruppo Trans.

A Bologna, l’accesso alla vaccinazione contro il COVID-19 prevede una registrazione divisa in due file per sesso anagrafico quali uomini e donne, discriminando così le persone appartenenti alle comunità trans e non-binary. «Più volte abbiamo segnalato la mancanza di formazione e di informazione nell’ambito della pubblica amministrazione – afferma Gruppo Trans – facendo presente quanto l’accesso ai servizi territoriali su base di sesso anagrafico rappresenti una pratica violenta ed escludente per tantissime persone appartenenti alla nostra comunità transgender e non binarie».

«Chiedere di posizionarci in queste file “uomini”/ “donne” sulla base del sesso anagrafico – specificano in un post sulla loro pagina – spesso equivale ad esporci a un coming out forzato, in ambienti non preparati ad accoglierlo, e alla violazione del nostro diritto alla privacy. Rivendichiamo di attraversare spazi che possiamo percepire come “più sicuri”, e soprattutto rispettosi delle nostre vite».

In un momento storico come questo, in cui viene richiesto costantemente a chiunque uno sforzo continuo e collettivo verso la fine di questa pandemia, è inconcepibile come ci si possa permettere di continuare a ignorare le esigenze di una parte di quelle stesse persone a cui si chiede aiuto. Soprattutto perché non c’è motivo per cui bisogna suddividere i pazienti sulla base del sesso anagrafico: si tratta di una scelta che non incontra certamente le posizioni della comunità scientifica.

Gruppo Trans, inoltre, ha deciso di lanciare un appello nel proprio post, indirizzato alla Regione, con la speranza di far aprire gli occhi sulla questione quanto prima: «La Regione Emilia-Romagna riconosca quanto prima l’importanza e la necessità di questi interventi, che possono essere svolti con grande impatto anche a distanza. Perché le nostre vite contano, così come il nostro diritto alla salute».

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