Fano, 18enne aggredito dal branco perché portava lo smalto nero

Un diciottenne di Pesaro ha denunciato un’aggressione subita sabato sera alla Rocca Malatestiana di Fano; a scatenare l’ira del branco, lo smalto nero sulle unghie del ragazzo.

Il ragazzo era giunto con un amico di un anno più giovane a Fano per passare la serata assieme ad alcuni ragazzi del posto. Appena fatto ingresso alla Rocca Malatestiana, noto luogo di ritrovo della città, un gruppo di circa quindici ragazzi li hanno accerchiati.

Inizialmente, racconta il ragazzo, sembrerebbe che ad attirare il branco fosse stato il ciuffo bianco tra i capelli del diciottenne. L’attenzione degli aggressori si sarebbe spostata, quindi, alle unghie del giovane, tinte con dello smalto nero. «Quando sono arrivati vicino e hanno visto le mie unghie con lo smalto nero, cinque o sei di loro mi hanno bloccato – dice il diciottenne – Uno ha preso un accendino e ha cercato di dar fuoco alle dita per “togliermi lo smalto”. Un altro ha visto le mie collane e me le ha strappate».

Vista la ferocia dell’aggressione, l’amico presente ha provato a fermare il gruppo violento. La superiorità numerica, però, ha avuto le meglio e il diciassettenne si è trovato ben presto ricoperto di calci e pugni. Nessuna delle oltre cinquanta persone presenti ha provato a fermare la violenza. Nessuno è intervenuto per bloccare il branco nonostante ci fosse un ragazzo sanguinante e quasi privo di sensi.

«Solo uno, che non conosciamo ha chiamato i soccorsi – continua il ragazzo – Il branco dei picchiatori, cinque quelli più violenti, è fuggito subito ma prima ci ha rubato il marsupio con le chiavi di casa e i cellulari. Mai ho pensato che il mio vezzo di darmi lo smalto nero alle unghie portasse a questo. Mi dispiace tantissimo per il mio amico che ha avuto la colpa di essere con me e di aver cercato di difendermi. Io ho qualche livido, ma a lui hanno rotto il naso e un braccio».

Le forze dell’ordine non hanno ancora identificato gli aggressori. Gli inquirenti sperano che gli occhi elettronici presenti in quella zona possano dare un volto ai membri del branco. «Spero che vengano trovati – conclude il diciottenne – Comunque, non smetterò di mettere lo smalto, è il mio marchio di fabbrica, perché vuol dire essere liberi».

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