! * Cronaca

Roma, insulti omofobi sul tram: «Pederasta, allontanati che te gonfio»

Un nuovo video, in cui vengono urlati degli insulti omofobi, è stato diffuso nelle ultime ore sui social. Dopo la donna che urlava «lesbica di me**a» ad una passeggera su un volo da Ibiza a Bergamo, questa volta la vittima di una sequenza di insulti e minacce è Tommaso, un ragazzo a bordo di un mezzo pubblico a Roma.

«Salgo sul tram 3 con la musica in cuffia – racconta il ragazzo in un post Facebook – stavo semplicemente andando dal mio parrucchiere. Ad un certo punto, inizio a notare un po’ di agitazione intorno a me e tolgo la musica. Un uomo sulla quarantina stava insultando pesantemente due donne di origine asiatica ed un ragazzo le stava difendendo».

Come succede spesso in questi casi, al razzismo è sempre affiancata dell’omotransfobia. E, infatti, arrivano in fretta anche delle frasi omofobe, che Tommaso registra con il proprio smartphone per tutelarsi da un’eventuale aggressione. «Povera Italia – commenta l’uomo ad alta voce – tra stranieri e finocchi che gli piace prenderlo nel c**o».

A quel punto, il giovane gli chiede quale sia il problema, diventando bersaglio della sua frustrazione. «Lo vedi che sei un finocchio? Lo ammetti pure? – gli chiede con aria di sfida – Mamma mia che schifo! Non ti posso mettere neanche le mani addosso, è come mettere le mani addosso a una donna. Anzi, forse è pure peggio pederasta inc**ato di me**a! Allontanati, mi fai schifo che ciucci i ca**i».

Tommaso continua a rispondere a tono alle frasi omofobe dell’uomo, ricevendo anche una minaccia. «Stai zitto, pu**anella. Pu**ana, zitto – gli intima – Scommetti che ti gonfio? Sei finocchio perché non ti funziona. Che schifo che me fai, fai l’uomo o la donna? Sei sporco di sb**ra».

«Continuiamo a dire pure che il ddl Zan limita la libertà d’espressione, che non serve a niente, che non è una priorità e altre bugie simili – commenta l’autore del post su Facebook – La verità è che situazioni del genere capitano ogni singolo giorno, a tutti. A me oggi, a chi non è più in vita per raccontarlo ieri e a tuo figlio domani».