Roma, operatore minacciato da una cliente: «fr**io devi morire»

Mentre nei salotti televisivi esponenti della Lega affermano di avere amici gay che non ritengono necessaria una legge contro l’omotransfobia, nel mondo reale le persone LGBT+ continuano a subire minacce, insulti, aggressioni e discriminazioni nelle loro azioni giornaliere, anche a lavoro. È quanto denuncia Tiziano, un operatore in una società di recupero crediti di Roma, che ha ricevuto degli insulti sul suo orientamento sessuale e delle minacce durante una chiamata di lavoro.

«Era la prima volta che contattavo questa cliente – ci racconta Tiziano – Doveva pagare un insoluto di una rata, ma non mi fa parlare, iniziando a urlarmi testuali parole: “Sono tre giorni che mi chiami, fr**io di me**a. Si sente dalla voce che sei fr**io. Vuoi i soldi? Vieni qua che te li do”». Il ragazzo ci spiega che ha replicato in modo pacato, ribadendo che doveva pagare e abbassare i toni, ma la donna avrebbe continuato con fare minaccioso, aggiungendo: «Sei un fr**io del ca**o, devi morire».

«Ho provato a ignorare, ma dopo anni ho riprovato paura – spiega – Quando ero più giovane sono già stato preso di mira in alcuni episodi a sfondo omofobo, hanno provato ad aggredirmi. Ero appena adolescente, ma sono riuscito a difendermi. Ora però mi rivolgo agli esponenti della Lega e di Fratelli d’Italia e all’organo della Chiesa, che in questi giorni ha parlato di rimodulare il ddl Zan: secondo voi ancora non serve questa legge per tutelarci quando ancora non possiamo stare tranquilli neanche a lavoro? Pensateci, avete anche voi dei figli».