Foto: Alice Bellandi (Instagram)

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Tokyo 2020, Alice Bellandi è una delle prime atlete italiane a fare coming out

La judoka Alice Bellandi è una delle tre atlete italiane dichiaratamente LGBT+ ai giochi olimpici di Tokyo, insieme alla pallavolista Paola Egonu, che ha specificato di non definirsi lesbica ma di aver avuto una compagna, e la nuotatrice Rachele Bruni, che ha fatto coming out durante le ultime olimpiadi.

Bellandi gareggia dal 2016 per il Gruppo Sportivo Fiamme Gialle e il prossimo incontro è fissato per le 4:13 (ore italiane) di questa notte, contro la judoka marocchina Assmaa Niang. Negli ultimi mesi, l’atleta della nazionale italiana ha pubblicato su Instagram delle bellissime dediche alla sua fidanzata Chiara.

«Forse perché nei tuoi occhi riesco a vedere il mio futuro – scrive in una di queste – Mi viene voglia di regalarti tutto ciò che non ho ancora sognato. Questo è il mio desiderio primario: illuminarmi di te. Tutto il resto è fatto di stelle guaste. Tu sei preziosa, e per me questo significa molto più che dirti che sei bellissima. Significa che sei la cosa più bella che mi sia capitata».

Prima della sua partenza per Tokyo, Chiara ha fatto il suo speciale in bocca al lupo ad Alice, sempre su Instagram: «Oggi voglio dirti di non smettere mai di credere in te, in quello che sei e quello che fai perché per me sei un esempio; tu sei determinazione, forza e coraggio.[…] Questo è solo l’inizio… e sappi che io ti camminerò sempre a fianco. Meriti il meglio amore mio!».

Bellandi ha parlato della propria passione per il judo e della propria relazione con una donna in un’intervista pubblicata oggi da Repubblica. Alice supporta convintamente il ddl Zan e appoggia gli importanti messaggi di inclusività che atlete e atleti stanno lanciando durante le gare (tra questi il discorso della medaglia d’oro Tom Daley). Non sono poi mancate delle considerazioni su come venga vista, ancora oggi, l’omosessualità nello sport, con un divario tra quello femminile e quello maschile.

«L’uomo deve sempre essere muscoloso, forte, fare paura – dice – Nel judo all’ennesima potenza, poi: per noi il contatto fisico è tutto, è uno sport basato su quello, e per me è una cosa bellissima, ma mai una donna, sapendo che sono lesbica, si ritrarrebbe da una mia presa. Per gli uomini è diverso: immaginate cosa succederebbe se un ragazzo affrontasse un avversario sapendo che quello che ha di fronte è gay. Mi viene da ridere. Noi donne siamo molto più avanti».

 

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