Salento, 13enne bullizzato perché ritenuto gay finisce in ospedale

Un tredicenne della provincia di Lecce è stato accompagnato dalla madre in ospedale perché ha iniziato a vomitare a causa di un malessere interiore generato da alcuni atti di bullismo da parte di alcuni suoi coetanei. Sebbene il giovane avesse una fidanzata, veniva percepito come omosessuale da alcuni suoi compagni di classe, che lo bullizzavano da tempo con scritte sui muri e sui social, dove hanno creato un profilo Instagram incentrato sulla sua presunta omosessualità.

Come riporta Il Corriere Salentino, la madre della vittima ha denunciato quanto subito dal figlio ai carabinieri, che ora si stanno occupando del caso. Prima ancora, la madre si era rivolta ai servizi sociali del Comune, che erano già intervenuti cercando di risolvere una situazione che si è rivelata insostenibile per il ragazzino. «Quando siamo venuti a conoscenza della vicenda dalla dirigente e dalla vice dirigente scolastica – dichiarano al quotidiano locale – ci siamo messi a completa disposizione della madre che è venuta già due volte da noi. Abbiamo fornito la collaborazione di un assistente sociale e dei colleghi dell’ASL territoriale. Nel frattempo le scritte sono state rimosse».

Per Luca Parente, presidente dell’associazione LGBT+ salentina ACQUE – Associazione per la Cultura QUEer, questo caso «è l’ennesima dimostrazione che non è mai troppo presto per parlare di omo-bi-lesbo-transfobia nelle scuole, al fine di educare al rispetto delle differenze ed evitare che ci siano ancora altre vittime di bullismo per questi motivi, che nel 2021 dovrebbero essere anacronistici e invece appartengono ancora alla quotidianità di molte ragazze e molti ragazzi».

«Chi, come Italia Viva e le destre, vuole modificare o stralciare l’art. 7 del ddl Zan in nome di una presunta quanto non necessaria mediazione, deve essere consapevole che sta andando a privare le generazioni future della più importante forma di tutela: l’educazione – aggiunge Parente – L’attuale testo del ddl Zan prevede il minimo che può essere fatto per una seria prevenzione di nuovi atti d’odio nei confronti delle persone LGBT+ o percepite come tali. Per questa e altre rivendicazioni, che non possono più attendere, il prossimo 21 agosto saremo a Brindisi per il Salento & Puglia Pride».

È della stessa idea Pippi Todisco, presidente di Arcigay Salento e consigliere nazionale di Arcigay. «Il bullismo di matrice omofobica, che è chiaramente figlio della cultura dominante patriarcale ed eteronormata, è una piaga della nostra società che non vede solo chi non la vuol vedere – ci dichiara – Le scuole e gli altri luoghi di aggregazione delle nostre ragazze e ragazzi sono da sempre il terreno fertile per questi episodi ed è proprio per questo che è importante implementare le azioni di formazione e prevenzione svolte all’interno delle scuole così come facciamo con il gruppo scuola di Arcigay pur tra tante difficoltà. A questo proposito l’art. 7 del ddl zan, tanto contestato sul piano ideologico da una ben determinata parte politica, non è nemmeno il minimo sindacale rispetto alle reali necessità evidenziate da episodi come questo. Il 21 agosto con il Salento e Puglia Pride di Brindisi chiediamo proprio che siano istituzionalizzati anche nelle scuole sempre più momenti di formazione tesi alla prevenzione della violenza di stampo omobitransfobico, e al riconoscimento, accettazione e valorizzazione delle differenze già presenti nella nostra società».