Tarantina Taran: per la prima volta un femminiello su Vogue Italia

Nel nuovo numero dedicato interamente alla città di Napoli, Vogue Italia ha deciso di parlare per la prima volta del mito del femminiello. Si tratta di una figura quasi mitologica per la tradizione partenopea e un simbolo rivoluzionario per le pagine del mensile di moda e lifestyle che, nella sua versione statunitense, vanta una storia ultracentenaria, proprio come quella dei femminielli.

Il femminiello, infatti, è considerato un porta-fortuna e portatore di energie positive, una figura assume un ruolo quasi magico-propiziatorio. Con la consapevolezza e la terminologia moderna, potremmo definire i femminielli come delle persone non-binary di genere maschile assegnato alla nascita e con un’espressione di genere femminile.

Ad essere intervistatə da Vogue Italia è Tarantina Tarn: l’ultima dei femminielli di Napoli.  Arrivata nel capoluogo campano da Avetrana, il suo paese natale, Tarantina abitava all’ombra dei Quartieri Spagnoli. Ed è proprio lì, in quelle vie così intricate, che Tarantina ha trovato la sua redenzione. «Quando una donna – afferma a Vogue Italia – mi ha chiamato femminiello per la prima volta, ho sentito un calore familiare. Una sensazione che non mi ha mai più abbandonato».

Nel capoluogo campano, dove era giunta dopo un’infanzia non semplice a causa della propria identità di genere, Taran ha trovato una nuova vita, che l’ha portata a conoscere importanti registi e intellettuali che sono rimasti affascinati dal suo personaggio. Negli ultimi anni sono stati dedicati a Tarantina uno splendido murales nei Quartieri Spagnoli e un documentario sulla sua vita realizzato dal reporter Vincenzo Metodo.

Ma, come sappiamo bene, non è tutto oro ciò che luccica. E, allo stesso modo, anche la vita di Tarantina non è stata per nulla semplice. «Ho sempre accolto – racconta Tarantina – chiunque fosse stato ripudiato. So cosa vuol dire vivere per strada. La mia mentalità è stata formata dalla cattiveria e dalla discriminazione che ho sofferto io. Ma Napoli, alla fine, mi ha capito e aiutato. Ed è per questo motivo che la cosa è reciproca».