Un turista straniero avrebbe ricevuto dei commenti omofobi da parte di un medico dell’Ospedale di Catania, presso cui si era recato per un controllo. M.K. era andato in ospedale col proprio partner per far controllare una cisti sebacea. Anziché ricevere dei chiarimenti sulla condizione medica, però, il medico di turno lo ha insultato per via del suo orientamento sessuale.
Inizialmente, stando alla testimonianza raccolta da Gaypost, lo specialista gli avrebbe chiesto se avesse rapporti con uomini o donne. Venuto, quindi, a sapere che il paziente aveva un partner di sesso maschile che lo attendeva in sala d’aspetto, il medico avrebbe iniziato ad avere un atteggiamento discriminatorio. «Lo vedi cosa succede a fare sesso coi maschi?» avrebbe detto il dottore, facendo passare per colpa l’orientamento sessuale del ragazzo.
«Incredulo, gli ho chiesto cosa volesse dire – sostiene il giovane – La sua risposta è stata anche peggiore: mi ha detto che era la cosa più sporca al mondo». Inutile sottolineare come l’atteggiamento apertamente omofobico del medico non avesse nulla a che fare con le condizioni di salute del paziente. Nella fattispecie, infatti, la problematica presentata dalla vittima, non avrebbe nessun collegamento con le MST. Non sarebbe servita, pertanto, un’analisi sul comportamento sessuale del ragazzo.
I casi di omotransfobia all’interno delle strutture ospedaliere sono ormai molto frequenti. Già in passato abbiamo riportato casi di pazienti vittime di violenza da parte del personale sanitario. Coppie discriminate e aggredite perché composte da persone dello stesso sesso. Persone trans costrette a subire outing e deadnaming. Omofobia all’interno dello stesso staff di personale ospedaliero. Molto spesso il fatto che l’atteggiamento d’odio non comporti un’aggravante fa sì che i casi di omotransfobia denunciati siano solo la punta dell’iceberg. Nella realtà, però, il numero dei casi non denunciati potrebbe essere molto maggiore.
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