Drag Race Italia, dalla presuntuosa alla camionista: le pagelle della terza puntata

Il tributo di Drag Race Italia a Raffaella Carrà ha dato vita alla puntata nel mood più allegro e spensierato, fatta eccezione per il finale, dove la tensione si è scaricata in una rissa il cui esito sarà noto solo venerdì prossimo. Nei giorni che ci separano dalla puntata numero 4 avremo, forse, appena il tempo per metabolizzare il secondo doppio shantay you stay, la diatriba sulla camionista e l’ennesima Enorma contro tutti. Nel frattempo ecco i nostri voti a caldo allə protagonistə del terzo episodio.

Divinity: Per la terza volta su tre, la queen partenopea sembra in estrema difficoltà per poi sfilare il proprio asso dalla parrucca al momento giusto. La più stonata e non la miglior ballerina ruba la scena alle altre durante il Rusical, grazie a un’espressività che buca lo schermo e a un’autoironia sempre ben equilibrata nei vari momenti dello show. Arrivata sulla passerella con l’abito che sembrava la versione comprata su Wish di quello di Farida Kant, riesce ancora a stupire con le sue parrucche ed è forse la più brava a reinterpretare la più grande diva di tutti i tempi. Vittoria meritata. Voto 8.

Le Riche: La drag palermitana non accoglie bene le critiche mosse dai giudici, con cui però non possiamo che essere d’accordo. Il suo impegno c’è tutto e si vede, ma manca quella malizia che serve per bucare lo schermo dalla passerella e nello scegliere un abito che domini la scena: scegliere la Carrà più âgée non è una scelta sufficientemente paracula e i diamanti sono poco “riche”. Nel lip sync finale probabilmente avrebbe avuto la peggio nel caso di un’eliminazione: buono l’approccio nell’affrontare un tacco che si rompe, meno quello avuto poco prima al momento del responso. Voto 6.

Elecktra Bionic: Delle tre settimane questa è quella in cui la stallona piemontese è più sottotono. La fisicità stavolta non aiuta e mancano forse gli spazi dove inserirsi con la sua travolgente simpatia. Il look è troppo poco Carrà, ma il suo stacco di coscia sulla spalla del membro della pit crew merita una menzione speciale. La giuria la salva senza troppe critiche, forse per scusarsi di non averla fatta vincere nella puntata precedente. Voto 6.5.

Enorma Jean: La più anziana è anche la più soubrette quando si tratta di entrare in scena. I panni della sciura le calzano a pennello ed Enorma lo sa bene. Qualche perplessità, come nella prima puntata, sorge sull’abito della sfilata. Rimaniamo però convinti che sia essenziale per quanto riguarda lo show: le sue fight diventano puntualmente l’highlight della puntata e nella werkroom è impossibile annoiarsi. E, a giudicare dalla preview della prossima puntata, non abbiamo ancora visto nulla. Voto 7.5.

Farida Kant: Se alla prima della classe mancava qualcosa era la cattiveria, così nel finale di puntata ci accontenta e attacca Enorma senza peli sulla lingua. Non sappiamo, tuttavia, se è stato per cavalcare il suggerimento di Zorzi sull’essere presuntuosa o se fosse davvero piena della collega milanese. Nel resto della puntata ci ricorda che è, per distacco, la più brava a ballare e a creare i propri abiti, che ogni volta ci lasciano senza fiato. Se non arriva in finale una così… Voto 8.

Luquisha Lubamba: La drag bolognese inizia a emergere e a dare un senso alla propria partecipazione nello show. La scelta dell’abito può piacere o meno, ma è comunque l’intuizione giusta per avere un tratto di unicità tra le tante parrucche bionde. Nel Rusical è a suo completo agio e la sua Carrà è davvero convincente, nonostante la barba. Nell’incontro con Tiziano Ferro è piacevolmente sfacciata. Riesce anche a tirare fuori gli artigli al momento della discussione con Enorma, finalmente vediamo le parrucche volare come promesso nella sua presentazione. Voto 7.5.

Ava Hangar: L’artista circense è troppo avanti per una giuria che spesso non riesce a cogliere ed apprezzare le sue reference, oltre che al suo personaggio. Se per Zorzi, Ava non è una drag all’avanguardia e, per Priscilla, è troppo poco femminile – nel senso canonico del termine – siamo davanti a una questione che va oltre la maxi challenge: cosa significa drag? Dare della camionista a una concorrente può andar bene per fare una battuta, ma se si muove come critica è qualcosa di anacronistico che non incarna lo spirito queer che uno show come Drag Race dovrebbe avere. Nell’essere goffa e fuori dagli schemi di genere, c’è un messaggio politico che vale più di una barba e che può non essere compreso da tutto il pubblico, ma che i giudici dovrebbero cogliere. Pur riconoscendo i limiti dimostrati negli abiti e nella danza. Voto 7.

Panel dei giudici: Se Chiara Francini, con l’aiuto dei suoi abiti strepitosi, continua a convincerci (voto 8.5), questo episodio ci fa trovare alcune delle critiche di Tommaso Zorzi, che sembrano mosse solo per avere una battuta da dire, poco centrate (voto 5.5) e l’uscita di Priscilla sulla camionista una piccola caduta di stile (voto 5.5). Molto bene gli ospiti. Nicolò Cerioni brilla dalla sua sedia grazie al make up e a degli utili consigli alle queen, con un piccolo abuso del termine camp (voto 7), mentre Tiziano Ferro fa emozionare tutto il cast grazie ad uno straripante entusiasmo, lanciando un messaggio molto prezioso al pubblico (voto 7.5). Ma la queen di tutte le queen è Vladimir Luxuria, che è al 100% nella parte e ci strappa diverse risate con le sue battute (voto 9).