Numerose le testimonianze durante la 91esima adunata, dalle frasi sessiste e razziste fino a vere e proprie molestie sessuali
Il prossimo 9 giugno Trento ospiterà il primo Dolomiti Pride, un evento organizzato dalle associazioni locali per manifestare “l’orgoglio oltre i confini”, ma che sembra non essere gradito dalla Provincia di Trento, la quale ha negato il patrocinio, affermando tramite il Presidente Ugo Rossi (PATT, ma eletto dal centrosinistra) che «potrebbe generare una forte contrapposizione e quindi disinteresse e distacco su temi importanti che diversamente richiedono partecipazione e confronto».
Quest’atto di “omofobia istituzionalizzata”, come definito dagli organizzatori, insieme all’ossessione per il “decoro urbano” del Comune di Trento, è però in netto contrasto con quello che è accaduto – come ogni anno e per un intero weekend – in occasione della 91esima Adunata Nazionale degli Alpini nel capoluogo trentino. Stando alle numerose testimonianze comparse sui social network, il centro di Trento si è trasformato in una bolgia in cui branchi di alpini e simpatizzanti hanno rivolto insulti sessisti e razzisti, i quali facevano solo da contorno alle molestie subite da diverse donne.
«Io e la mia amica in meno di un minuto abbiamo rimediato palpate fin sotto le piante dei piedi» racconta una ragazza, aggiungendo: «Uno mi ha infilato la mano tra le cosce da dietro». Ad alcune studentesse che cercavano di svincolarsi da approcci molesti è stato invece detto «Scappate, scappate, che tanto prima o poi vi ritrovate il nostro uccello in bocca», mentre a ragazze nere o mulatte sono state rivolte parole come «Che bela moreta, fammi un pompino» e «Dai negra, o mi fai toccar le tette o sloggia».
Questi accadimenti, di indiscutibile inciviltà, sono stati minimizzati da parte di alcuni come “folklore”. Probabilmente per una parte di trentini (e non solo) queste azioni sono più tollerabili di due parrucche e qualche bandiera arcobaleno. Il nostro augurio è invece che le istituzioni facciano il loro lavoro, smaltendo questo ingiustificabile “folklore” assieme ai 226mila chilogrammi di rifiuti di cui si sono fatte carico.
Per rispondere con una lezione di civiltà, vi diamo appuntamento al Dolomiti Pride e a tutte le altre parate dell’Onda Pride. Vi ricordiamo che potete usare il nostro hashtag #PridAmo per le vostre foto sui social, mentre potete participare al nostro contest, in collaborazione con Matrimonio egualitario Italia, pubblicando i vostri video sulla bacheca dell’evento Facebook PridAmo oppure inviandoli a nonegrindr@gmail.com.
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