Film a tematica LGBT: 10 pellicole poco conosciute da guardare assolutamente

A distanza di qualche settimana, ecco anche il secondo capitolo sui film a tematica LGBT dopo quello dedicato a 10 grandi successi di pubblico e critica.

Stavolta ci occuperemo di pellicole meno conosciute, soprattutto nel nostro Paese, ma non per questo meno interessanti: da Hong Kong al Perù, da Israele a Lisbona, passando per Berlino ai tempi della DDR e una Francia retrò.

Iniziamo!

Hedwig – La diva con qualcosa in più

Diretto e interpretato da John Cameron Mitchell, co-autore dell’omonimo musical da cui è tratto, narra le vicende della diva transgender Hedwig, intrappolata a Berlino Est negli anni del muro. Protagonista di esibizioni eccentriche e coloratissime, con un forte retrogusto glam ispirato a David Bowie, Hedwig si vede ripetutamente sedotta e abbandonata, sia in campo sentimentale che lavorativo: non si rassegnerà nemmeno di fronte al furto delle proprie creazioni musicali, in un estremo atto di ribellione in nome di tutti i perdenti e i disadattati, di cui assurge a eroina e portavoce anche solo per una sera.

Happy Together

Nell’anno del ritorno di Hong Kong alla Cina dopo oltre 150 anni di dominazione britannica, la storia di una coppia in fuga dalla metropoli asiatica per inseguire il sogno di visitare le maestose cascate Iguazú in Argentina. Una relazione distruttiva, fatta di continue liti e riavvicinamenti opportunistici, che porterà uno dei protagonisti a ripensare la sua intera esistenza e riconciliarsi con il passato, proprio come la città da cui era partito. Palma d’oro a Cannes 1997 per la miglior regia a Wong Kar-wai, raffinato autore dell’acclamato “In the mood for love”.

Les roseaux sauvages (L’età acerba)

Quattro adolescenti in procinto di ottenere il diploma, in un villaggio del sud francese scosso dagli ultimi fuochi della guerra d’Algeria. Uno di loro è il timido e introverso François, che scopre la propria omosessualità grazie alla passione per l’esuberante Serge. Splendido ritratto corale, tra i turbamenti dell’età e quelli legati al delicato momento storico, in cui i protagonisti imparano a gestire il passaggio alla vita adulta smussando alcune rigidità e assolutismi caratteriali. Proprio come i giunchi selvatici (“Les roseaux sauvages” del poetico titolo originale, maldestramente snaturato nell’assai più banale “L’età acerba” dai titolisti italiani), che per resistere in questo mondo si piegano alle intemperie senza spezzarsi.

Odete

Odete, giovane e bellissima ragazza il cui (spasmodico) desiderio di maternità risulta perennemente frustrato, vive nello stesso palazzo di una coppia gay molto affiatata. Pur avendo sempre intrattenuto rapporti di conoscenza estremamente superficiali, la tragica morte di uno dei vicini innesca nella donna un nevrotico meccanismo di transfert che avrà conseguenze impensabili anche sul sopravvissuto Rui. Diretto da João Pedro Rodrigues apprezzato regista di “O Fantasma”, altra eccellente pellicola a tematica LGBT – in una Lisbona notturna e dolente, priva di scorci da cartolina, tra vicoli ignoti e silenziose necropoli monumentali.

20 centimetri

Travolgente commedia spagnola, che (più di) qualcosa deve al primo Almodovar. Protagonista è una transgender che si esibisce in fenomenali numeri musicali… in sogno, durante i numerosi attacchi di narcolessia di cui soffre. Oltre alla carriera di ballerina-cantante, il grande obiettivo di Marieta è raccogliere i fondi necessari per l’operazione di riassegnazione di genere: l’inaspettata conoscenza dell’aitante Raúl, che l’ama anche così com’è, scatenerà in lei un conflitto interiore sul destino dei 20 centimetri del titolo… proprio quelli di cui voleva disfarsi!

Contracorriente

In un villaggio del Perù ancestrale, un pescatore padre di famiglia ama segretamente Santiago, pittore apertamente omosessuale nonostante i tabù di una società che li costringe metaforicamente a nuotare controcorrente. La morte accidentale dell’amato, unita al ritrovamento di dipinti compromettenti, costringe Miguel ad uscire allo scoperto: amici e parenti gli volteranno momentaneamente le spalle, fino alla tanto attesa catarsi finale in cui, tra poesia e realismo magico, riuscirà a liberarsi di ogni condizionamento ed essere pienamente se stesso.

Imagine me & you

Una giovane e fresca sposa rimane stranamente colpita dalla fioraia, lesbica dichiarata, incaricata di curare gli addobbi del suo matrimonio. Con un banale pretesto va a trovarla al negozio, instaurando un legame che ben presto sfocerà in qualcosa di più di una semplice amicizia, con tutte le conseguenze del caso sui rapporti precostituiti. Tinte rainbow a parte, una commedia romantica piuttosto classica che regala momenti di grande tenerezza, pur rimanendo sempre nei confini di un minimalismo discreto, di gusto. Ottima prova recitativa di entrambe le protagoniste, Piper Perabo (ex “ragazza del Coyote Ugly”) e Lena Headey.

Yossi & Jagger

L’esercito israeliano è uno dei meglio organizzati al mondo, in cui il servizio di leva è obbligatorio per uomini e donne. In questo contesto di estremo rigore e disciplina si sviluppa l’intenso legame tra due soldati, di stanza in un’area isolata per operazioni militari. Il più giovane dei due, Jagger, vorrebbe ufficializzare il loro rapporto una volta tornati a casa, ma la spietatezza della guerra non gli consentirà di farlo: a Yossi, in un finale commovente, rimarrà il pesante fardello del ricordo. Notevole successo in patria, ha anche avuto un sequel a distanza di 10 anni, “Yossi”.

Un chant d’amour

Unico film girato dallo scrittore francese Jean Genet, autore di “Querelle di Brest” (la cui trasposizione cinematografica era apparsa nello scorso capitolo). Mediometraggio in bianco e nero, di rara intensità nonostante gli appena 25 minuti di durata: in un’imprecisata prigione, due detenuti si amano attraverso il muro che li separa, per nulla scoraggiati dalle prepotenze del secondino-voyeur, scambiandosi volute di fumo attraverso i buchi nella parete e altri piccoli gesti. A lungo bandito per le scene di nudo esplicito e l’alto tasso di erotismo. Malgrado ciò, come un piccolo fiore nel deserto, prevale la poesia.

Desperate living (Nuovo punk story)

Dal re del trash John Waters – più noto in Italia per aver girato “La signora ammazzatutti” – un irresistibile pastiche popolato di personaggi grotteschi, capaci di ogni tipo di bassezza pur di tirare a campare. Due donne sono costrette a rifugiarsi a Mortville, squallida bidonville tiranneggiata da una regina crudele e capricciosa, come unica alternativa alle patrie galere: qui si troveranno coinvolte in una rivolta popolare guidata dalla butch Mole McHenry, wrestler che sogna una falloplastica per soddisfare pienamente la fidanzata bisessuale, tra freaks di ogni tipo e scene perennemente in bilico tra il disgustoso e l’esilarante. Non contenti di averlo mutilato per anni con una prevedibile censura perbenista, in Italia abbiamo anche provveduto a ribattezzarlo con il demenziale titolo “Nuovo punk story”, apparentemente per sfruttare l’onda del movimento punk degli anni ’70.

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