Feltri contrario al tetto contante: se la prende coi «gay che ci amministrano»

«Io pretendo di spendere i miei quattrini come e nella quantità che mi garba. E qualora sborsi mille euro per andare a letto con una escort sono affari miei e non dei gay che ci amministrano. Sarebbe assurdo che in un Paese che va a pu**ane non fosse lecito per un cittadino pagare di sfroso una mig**tta». È questo l’esempio che Vittorio Feltri usa nel suo editoriale su Libero per “argomentare” la propria contrarietà tetto contante, previsto dal decreto fiscale, che imporrà dei limiti nel pagamento in contanti a partire dal 2020.

Luca Telese, dopo aver letto l’estratto dell’editoriale a Piazza Pulita, ha replicato: «Se Feltri andasse a mig**tte a mille euro a botta per 250 giorni di seguito, non sarebbe neanche considerabile un evasore, perché il limite per cui si arriva alla punibilità è di 250 mila euro. Dove sono questi poveri da 250 mila euro? Io non li vedo».

Il giornalista cagliaritano smonta così l’ennesimo tentativo di disinformare – settimana scorsa ci aveva deliziato nientepopodimeno Maddalena Corvaglia – su un decreto che ha l’obiettivo di colpire i grandi evasori e non i comuni cittadini che lavorano per tirare fino alla fine del mese.

Al di là dell’osservazione di Telese, quello che colpisce è il modo in cui Feltri cerca di svilire le figure istituzionali, vale a dire alludendo alla loro omosessualità, quasi fosse un’offesa. L’ossessione del direttore di Libero per le persone LGBT non è nuova, ricordiamo molto bene il titolone sui gay che aumentano mentre cala il PIL, o l’infelice battuta su Salvini che si sarebbe fatto sodomizzare dai troppi gay al governo Conte I.

 

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