L’abbraccio di Barbara d’Urso a Luxuria: niente scuse, solo giustificazioni

Durante la seconda giornata di polemiche nei confronti del mancato intervento di Barbara d’Urso in difesa di Vladimir Luxuria durante il turpiloquio transfobico di Sgarbi, la conduttrice è finalmente tornata sulla triste vicenda per mandare un messaggio di affetto e vicinanza all’attivista LGBT.

Dopo aver parlato di un caso di omofobia avvenuto lo scorso weekend, la conduttrice di Pomeriggio 5 ha detto: «Ne approfitto perché voglio mandare un grandissimo abbraccio pubblico a Vladimir Luxuria. Dopo la diretta dell’altra notte, io e Vlady ci siamo sentite, ci siamo scritte, ci siamo mandate dei cuori, lei mi ha mandato un cuore rosso bellissimo».



Barbara d’Urso precisa subito che tra lei e la sua ospite i rapporti non si sono incrinati dopo la puntata di lunedì, tra l’altro Luxuria in un’intervista si è soffermata su Sgarbi e Feltri senza accusare di nulla la presentatrice. «Vlady c’è rimasta male – ha proseguito la d’Urso – per il fiume in piena che era Sgarbi l’altra sera. Voi sapete che Sgarbi, del resto, è inarrestabile, purtroppo a volte nessuno riesce a fermarlo. Vlady è l’unica che riesce veramente a gestire Vittorio Sgarbi, sapeva di confrontarsi con lui».

Non sono però arrivate le agognate scuse a Vladimir e alle persone trans che il pubblico aveva chiesto sui social, così come le parole della conduttrice non sono state tanto di condanna verso le frasi transfobiche, quanto un tentativo di giustificare l’accaduto come conseguenza dell’irruenza del critico d’arte e della sensibilità dell’ex parlamentare. «Probabilmente l’altra sera – ha affermato Barbara d’Urso – Vlady era un pochino più fragile, quindi mi dispiace che questo sia accaduto in una mia trasmissione».



Avremmo voluto sentire che Vladimir è stata offesa, ma abbiamo sentito dire che ci è rimasta male. Avremmo voluto sentire che Sgarbi ha sbagliato e che Luxuria non meritava quell’attacco, ma abbiamo sentito che è il primo è inarrestabile e che la seconda è fragile. Niente scuse, insomma, solo tante giustificazioni.

 

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