Transfobia in prima serata, Sgarbi a Luxuria: «Hai il ca**o o no?»

Omofobia e transfobia sono state servite in prima serata, sotto agli occhi di milioni di italiani, nel programma LIVE Non è la d’Urso. Dopo aver invitato personaggi come Matteo Salvini e Giorgia Meloni, questa volta l’autonominata “paladina dei gay” ha messo al centro delle “sfere” due personaggi che si sono contraddistinti per le proprie volgarità contro le persone LGBT+: Vittorio Sgarbi e Vittorio Feltri.

Il dibattito, se così si può definire, è cominciato con la minestra riscaldata dei termini “finocchio” e “fr**io”, preferiti dai due ospiti, i quali si vorrebbero arrogare il diritto di decidere come chiamare le persone omosessuali. Dopo di che è stato rispolverato il video una vecchia ospitata di Sgarbi nei salotti di Barbara d’Urso, in cui il critico d’arte sosteneva di aver conosciuto Vladimir Luxuria mentre questa stava battendo. L’ex parlamentare, che era presente occupando una delle 5 sfere, ha tenuto a precisare che, sebbene si fosse prostituita in passato, non era quella la circostanza del loro primo incontro e di non averlo fatto durante il suo mandato alla Camera dei Deputati.



Il confronto si è acceso, finché Sgarbi non ha perso il senno vomitando addosso a Luxuria una serie di frasi transfobiche senza alcuna moderazione da parte di Barbara d’Urso, che scherzando si è limitata di chiedere al politico di non dire parolacce.

«All’epoca eri un uomo travestita da donna – ha urlato Sgarbi – Sei un uomo o no? Eri un uomo o no? Adesso devo vergognarmi io per te. Abbi il coraggio di quello che sei, non mentire. Ce l’ha il ca**o o no? Ce l’hai o non ce l’hai? Sei un uomo o no? Sei una donna, non hai il ca**o e sei una santa. Vaffan**lo, se sei capace di farlo». Il tutto davanti a un Feltri che annuiva dicendo frasi come «Beh dai, è ridicola» e una Luxuria completamente attonita che, passata la furia del critico d’arte, ha ribadito che non aveva il diritto di parlare in quel modo della sua vita.

Il siparietto ha portato alla trasmissione di Canale 5 il 15% di share, dando voce a chi dovrebbe essere escluso da una trasmissione che si dice dalla parte della comunità trans, che oggi nelle scuole, in ufficio e per strada porterà sulle spalle anche il peso di quelle parole.



 

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