Scuola: 1 studente su 4 non vuole dividere il banco con un compagno gay, 1 su 3 la stanza in gita

Ancora tanta, troppa, discriminazione nelle scuole. È quanto emerge dall’indagine Laboratorio Rainbow nella regione Lazio promossa dal Gay Center il supporto di diverse associazioni LGBT+ che operano sul territorio e che ha coinvolto ben 1461 studenti tra i 13 e i 19 anni.

Sebbene la stragrande maggioranza degli intervistati si dice favorevole alla rivendicazione dei diritti delle persone omosessuali e bisessuali (95%), così come di quelle transgender (89%), oltre che al matrimonio tra persone dello stesso genere (86%) e alle adozioni da parte di due uomini o due donne (70%), tra i banchi di scuola continuano a discriminare i propri compagni LGBT+.

Solo il 57% riconosce, infatti, che l’omosessualità sia un orientamento sessuale, mentre per il 24% si tratta semplicemente di una scelta o di uno stile di vita. Il 2% degli studenti non sa o preferisce non rispondere, mentre restante 17% la ritiene qualcosa di estrememante negativo, nell’ordine: una malattia mentale (ben il 3.56%), una perversione, qualcosa di immorale, un peccato o una malattia fisica.

Oltre a sottostimare il numero di studenti LGBT+ presenti nella propria scuola (si dichiara tale il 14% degli intervistati), gli studenti dimostrano poi di essere più inclusivi a parole che nei fatti. Infatti il 27% degli studenti maschi preferisce non sedersi accanto a un compagno omosessuale durante la ricreazione, mentre il 34% proverebbe fastidio nel condividere la stanza in gita o svolgere insieme un’attività di gruppo.

Sembra dunque ancora tanta la strada da fare per quanto riguarda la discriminazione e il bullismo a scuola, dove gli studenti LGBT+ sono tra le minoranze più a rischio. Spostandoci in Umbria, è stata pubblicata in questi giorni un’indagine svolta sugli studenti della stessa fascia d’età (scuole medie e superiori), frutto di un accordo di collaborazione tra Regione Umbria, Università degli Studi di Perugia – Dipartimento FISSUF, Ufficio Scolastico Regionale per l’Umbria, Ufficio del Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Umbria e l’associazione Omphalos LGBTI.

Dalla ricerca, emerge che circa 2 studenti su 10 vengono offesi, presi in giro per il loro orientamento sessuale (reale o presunto) o per come esprimono la propria femminilità o mascolinità. Il problema tocca più i ragazzi, per cui 1 ragazzo su 10 non solo viene offeso ma anche molestato fisicamente o addirittura aggredito. Il 68% dei ragazzi dell’ultimo anno delle superiori afferma di aver utilizzato nell’ultima settimana appellativi omofobici verso un amico, circa il 20% verso qualcuno che si riteneva essere omosessuale o verso qualcuno non gradito.

È un quadro che ci dice quando ancora ci sia da fare per contrastare il bullismo omobitransfobico nelle scuole e, alla vigilia della giornata contro l’omobitransfobia, una riflessione su questo tema è d’obbligo e le istituzioni devono farsene carico.