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Stati Uniti, l’arcidiocesi cattolica indica alle scuole di rifiutare gli studenti trans

In base a una nuova politica dell’arcidiocesi di Indianapolis, agli studenti trans potrebbe essere impedito di frequentare le scuole cattoliche nell’Indiana centrale e meridionale.

È questo che si evince dal documento di 8 pagine firmato dall’arcivescovo Charles C. Thompson che fornisce alle 67 scuole governate dall’arcidiocesi una guida su come rivolgersi agli studenti che non si conformano alle tradizionali norme binarie di genere.

«Qualsiasi studente il cui genere è stato legalmente cambiato dal proprio sesso biologico o che ha modificato chimicamente e/o chirurgicamente la propria biologia, potrebbe non essere idoneo per l’iscrizione – si legge nel documento – La verità della sessualità umana come “maschio” e “femmina” appartiene all’insegnamento fondamentale del cristianesimo».

È bene ricordare, a tal proposito, che la maggior parte delle persone trans in età scolastica non subisce un intervento chirurgico ai genitali fino a quando non è stata raggiunta la maggiore età, ma alcuni subiscono un intervento chirurgico al torace o prendono bloccanti della pubertà.

Stando a quanto scritto nella guida, studenti e studentesse trans, non-binary o non-conforming, possono frequentare gli istituti solo se sono disposti a seguire gli insegnamenti cattolici sull’immutabilità del genere. Secondo la politica dell’arcidiocesi, infatti, coloro che «sperimentano confusione riguardo alla loro identità sessuale possono essere ammessi, purché siano aperti all’accompagnamento e all’insegnamento della Chiesa».

Il documento afferma, inoltre, che i genitori che iscrivono i loro figli in una scuola cattolica devono comprendere, affermare e sostenere la missione e le politiche dell’arcidiocesi. Genitori e studenti che non sono in grado di soddisfare tali aspettative potrebbero, quindi, ritrovarsi a non essere ammessi.

Le reazioni

«Si parla di una gran parte dei loro studenti che sta bene, a cui verranno inflitti problemi di salute mentale e forse idee suicidarie – ha dichiarato all’Indianapolis Star Chris Paulsen, direttore esecutivo dell’Indiana Youth Group, che sostiene i bambini LGBTQ – Non posso credere che qualsiasi istituto di istruzione competente possa essere d’accordo».

Paulsen ha inoltre affermato che lavora ogni anno con circa 500 giovani nell’area di Indianapolis e la maggior parte di loro è transgender o di genere non-conforming. Le pratiche delineate nella politica dell’arcidiocesi, come l’uso del sesso di uno studente alla nascita per determinare pronomi e requisiti del codice di abbigliamento e consentire loro di partecipare solo a squadre sportive di genere, «sono dannose per gli studenti non-binary, così come il percorso educativo che la Chiesa vuole delineare».

Dopo aver esaminato il documento, anche il gruppo nazionale di difesa LGBTQ GLAAD lo ha condannato. «Il tentativo dell’arcidiocesi di Indianapolis di colpire i giovani transgender piuttosto che creare ambienti sicuri e accettabili per loro è vergognoso e pericoloso – ha dichiarato Sarah Kate Ellis, presidente e CEO di GLAAD – La ricerca mostra che i giovani transgender affrontano un rischio maggiore di suicidio proprio per questo rifiuto di vedere la loro identità autentica. Codificarlo isola ulteriormente e minaccia i giovani che hanno bisogno di amore e protezione».

Anche il gruppo cattolico LGBTQ DignityUSA si è schierato contro la decisione dell’arcivescovo Thompson, definendo la sua politica «indicibilmente crudele». «È essenzialmente un rifiuto religioso dei bambini che soffrono di disforia di genere – ha dichiarato Meli Barber, vice presidente di DignityUSA ed ex direttrice dell’educazione religiosa per l’arcidiocesi di Indianapolis – Si basa sull’ignoranza e sulle idee sbagliate che non sono supportate dalla scienza contemporanea. Non posso immaginare che Gesù avrebbe fatto questo. Sono sicura che avrebbe detto: “Lasciate che questi bambini vengano da me”».

Marianne Duddy-Burke, direttrice esecutiva di DignityUSA, ha affermato che gran parte della politica è tratta dalla guida fornita agli educatori cattolici nel 2019 in un documento del Vaticano intitolato “Maschi e femmine li ha creati: verso un percorso di dialogo sulla teoria del genere nell’istruzione”. «Al momento della sua pubblicazione, abbiamo definito questo documento “pericoloso” – ha dichiarato – e politiche di questo tipo sono una delle conseguenze che temevamo».

Ma l’arcivescovo Thompson sembra non voler fare nessun passo indietro. «Diamo il benvenuto a tutti gli studenti e le famiglie con la consapevolezza che l’arcidiocesi di Indianapolis è un ministero della Chiesa cattolica e ci impegniamo a integrare la nostra fede e gli insegnamenti della Chiesa cattolica in tutti gli aspetti della nostra cultura e del nostro curriculum scolastico – ha dichiarato l’arcidiocesi – La sicurezza e il benessere di ogni studente sono una priorità».

Peccato che quelli che sono visti come sicurezza e benessere siano delle vere e proprie violenze su adolescenti che hanno preso o stanno prendendo consapevolezza del vero sé.