Gabriele Bertaccini, per chi non lo conoscesse, è uno chef toscano, esportato a Los Angeles, nonché bono D.O.P, portato alla fama internazionale dalla serie Netflix “Say I Do” (in Italia “Vuoi sposarmi?”), proprietario di due aziende che si occupano di portare buon cibo in giro per l’America e non solo. Oltre ad essere un fiero “Dog Dady”, Bertaccini, classe 1985, è apertamente gay e sieropositivo.
Nella prima puntata dello show Netflix dedicato ai matrimoni, lo chef fiorentino racconta che quando ha saputo di essere HIV positivo, si è sentito una condanna sulla testa e che non è stato facile, ma mostra comunque un grande coraggio a parlare apertamente di quello che è un grande stigma.
In un intervista per GLAAD dichiara che durante il processo di accettazione della sua condizione ha scoperto l’amore, la vulnerabilità e la capacità di speranza, che gli sono state utili anche durante uno show intimo come “Say I Do”. Lo chef pieno di tatuaggi, durante la stessa intervista, sottolinea come questo virus porti una lunga serie di discriminazioni, nonostante i tentativi di sensibilizzazione, l’HIV rappresenta ancora una forte stigma sociale. Gabriele ci ricorda anche come sia importante stare vicino ai nostri cari quando vengono colpiti e non abbandonarli.
Gabriele Bertaccini oggi non si sente più un condannato a morte, è un esempio vivente che l’HIV non è la fine, continua la sua attività lavorativa e fa molto sport assieme ai suoi bellissimi cani. Non si conosce molto della sua vita sentimentale, ma in caso fossi single, Gabriele, CHIAMAMI.
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