Un’altra straziante lettera di Patrick Zaky, lo studente dell’Università di Bologna in carcere da inizio anno in Egitto, è stata consegnata ai suoi genitori. Arrestato con accuse poco chiare e trattenuto in custodia cautelare per più di 10 mesi, con torture e situazioni igieniche pessime, Zaky è visibilmente stanco e provato da questa situazione, ma i suoi pensieri sono all’Italia, dove sogna di tornare presto per svolgere la sua attività di ricercatore.
«Buon Natale a tutti i miei colleghi e sostenitori – ha scritto lo studente – Fate sapere che sono qui perché sono un difensore dei diritti umani». I suoi pensieri sono rivolti anche alla sua famiglia e al «popolo gentile d’Italia», a cui è molto grato, e ci tiene che sia chiaro di trovarsi lì «perché sono un difensore dei diritti umani e non un qualsiasi altro motivo inventato». Zaky ha raccontato che, in ogni seduta, il giudice gli pone le stesse domande per poi rinnovargli il periodo di custodia cautelare di altri 45 giorni. Ha anche aggiunto che le accuse riguardano alcuni post Facebook, che si sono rivelati non appartenere a lui, ma ad altre persone.
Patrick, che dorme per terra da mesi, ha dolori alla schiena ma non vuole essere visitato dal medico del carcere, nel quale non ha fiducia e quindi non assumerebbe mai i farmaci che gli fornirebbe. Zaky ha trascorso il suo Natale occidentale, ma sarebbe ancora in tempo per festeggiare quello orientale, che ricorre il 7 gennaio, insieme alla propria famiglia. È l’auspicio della pagina Facebook “Patrick Libero”, che ha reso pubblica la sua lettera, e ovviamente quello di tutti noi.

33 anni, salentino a Torino, matematico e attivista LGBT+. Vivrei volentieri ogni giorno come fosse l’ultimo se solo non fossi un procrastinatore. Amo il buon cibo e la buona musica, ma non toglietemi il junk food e il trash televisivo.
Potrebbero interessarti anche:
-
Omogenitorialità, madre indicata come «adottiva» sui documenti: ma è una discriminazione
-
Negoziante insulta cliente queer: «Che “uomo” sei? Anzi, che femmina»
-
Allevatrici trans antifasciste si armano e aprono un ranch di “unicorni” in Colorado
-
Taffo risponde nel migliore dei modi al deadname sul manifesto funebre di una donna trans
-
Stati Uniti, Rachel Levine è la prima donna trans nominata sottosegretaria alla sanità