Sono passati più di 30 anni dal 17 maggio 1990, giorno in cui l’omosessualità è stata eliminata dall’elenco delle malattie mentali. Eppure, ancora oggi, uno studente o una studente che studia per diventare un giorno uno psicologo o una psicologa può ritrovarsi come unico testo d’esame un libro in cui viene affermato che l’omosessualità sia qualcosa da guarire.
«Si può configurare ad un certo stadio di esercizio più come una malattia da trattare, che come un vizio deliberato – si legge su un volume del Manuale di bioetica (Vol. 1 – Fondamenti ed etica biomedica, Vita e Pensiero, Milano 2012) del cardinale Elio Sgreccia – Essa va ritenuta un’anomalia da prevenire e da curare e correggere, perché la sessualità ha un orientamento oggettivo eterosessuale».
Secondo quanto riporta il quotidiano Libero, il volume sarebbe stato proposto da una docente dell’università Università Europea di Roma, un ateneo non statale (ma legalmente riconosciuto), come unico testo per l’esame di “Filosofia della vita e bioetica”. Resta da capire come andrebbe “trattata” questa anomalia: con le pericolosissime terapie riparative?
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