Omogenitorialità, madre indicata come «adottiva» sui documenti: ma è una discriminazione

Il documento di identità di una bambina romana, figlia di due donne, la discrimina: nel retro una delle madri è riportata come adottiva.

Sulla carta d’identità della bambina, infatti, lì dove dovrebbero essere inseriti i nomi dei due genitori, accanto a quello di una delle due madri è indicato «ADT». La sigla sta per “adottiva” e sta ad indicare la “madre intenzionale“, che non ha legami biologici con la bambina, ma è stata riconosciuta come genitore a tutti gli effetti.

Quello che potrebbe sembrare un passo avanti nella tutela dei diritti dei bambini nati in famiglie arcobaleno, però, nasconde una grande discriminazione. Nel 2014, racconta il Corriere, un Tribunale ha riconosciuto il rapporto tra la bambina e la madre, facendo leva sull’adozione in casi speciali.

Questo istituto giuridico, tuttavia, non crea nessun tipo di legame legale con i congiunti del genitore adottivo. Vengono a decadere, dunque, diritti come la possibilità di ereditare dei beni. L’adozione in casi speciali (o stepchild adoption), inoltre, non può essere richiesta alla nascita. Un giudice potrà convalidarla solo dopo l’istanza di un Tribunale dei Minori.

Foto de Il Corriere della Sera

 

Figli e figlie di «genitori fantasma»

La legge indica che tutti i bambini, alla nascita, debbano avere gli stessi diritti. Nella pratica i figli e le figlie di coppie omogenitoriali si vedono monchi di questa possibilità. Per questo motivo Famiglie Arcobaleno ha lanciato una petizione su All Out affinché questi bambini abbiano la possibilità di godere di entrambi i genitori e non essere figli di un «genitore fantasma».

«Ancora oggi uno dei genitori non esiste agli occhi dello Stato. – si legge – Significa che non ha alcun obbligo, dovere né vincolo legale con i figli e le figlie che ama e accudisce dal primo giorno in cui sono venuti/e al mondo. Chiediamo il riconoscimento alla nascita per entrambi i genitori e l’estensione di tale riconoscimento ai minori già nati, anche in caso di genitori oggi separati. Riconoscimento significa pieni diritti e tutele per i nostri figli e figlie».