Cantù, per il consigliere leghista normalizzare l’omosessualità in TV è trash

Ogni giorno un blogger LGBT+ si sveglia e sa che dovrà scrivere più velocemente dei politici del Carroccio sparsi per tutto lo stivale se vuole stigmatizzarne le affermazioni omofobe travestite da libere opinioni. Nella stessa giornata in cui a Reggio Emilia fanno discutere le parole del consigliere leghista Alessandro Rinaldi e a Trieste l’ex leghista Fabio Tuiach osanna la violenza contro i manifestanti dei Pride polacchi, a Cantù, in provincia di Como, ci pensa Maurizio Facchini a scatenare la polemica.

Il quotidiano locale ComoZero ha infatti pubblicato lo screenshot di un commento del consigliere leghista canturino sulle critiche rivolte al programma Avanti Un Altro dopo la comparsa di Aniello, un uomo eterosessuale che «fa il ric**ione alle feste per hobby». Un teatrino ritenuto medievale e trash da una grossa fetta di pubblico, ma non da Facchini che difende lo show di Paolo Bonolis.

«Al medioevo ci vogliono riportare con la censura – scrive il politico – Il trash lo vedo ai gay pride (sic!), nelle trasmissioni dove l’omosessualità diventa la normalità ed essere etero è ormai una colpa, nelle leggi che si vogliono promulgare per affermare che se un omosessuale viene aggredito deve essere più tutelato di un eterosessuale».

Ovviamente, quanto detto dal consigliere leghista – in chiaro riferimento al ddl Zan – non corrisponde a realtà. L’estensione del codice penale, prevista dalla legge, riguarda le aggressioni basate sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere, sul genere e sulla disabilità. Se in seguito all’approvazione della lege, un uomo dovesse aggredirmi perché ho rubato il parcheggio, il giudice non potrebbe mai applicare l’aggravante. Al contrario, se vengo picchiato all’urlo di “fr**io” perché cammino per mano con il mio compagno, allora quella è una chiara aggressione a sfondo omofobo. Aggressione che Facchini, per sua fortuna, non avrà mai il rischio di subire tenendo la mano alla propria compagna. Rimane da capire in quali programmi TV l’eterosessualità si colpevolizzata, ma evidentemente rispetto ai leghisti ci sintonizziamo su canali diversi.