Legge Zan, Luciana Littizzetto legge la sua letterina a Pillon

Nella punta di ieri, 18 aprile, di Che Tempo Che Fa, Luciana Littizzetto ha lanciato un appello alla politica, e in particolare al senatore Simone Pillon, per l’approvazione della legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo. Lo ha fatto con una delle sue irriverenti letterine, alternando la sua travolgente comicità ad alcune riflessioni più profonde.

«C’è un decreto che si chiama decreto Zan, proposto dal senatore del PD Alessandro Zan (in realtà l’onorevole è un deputato ed è stato proposto da più esponenti politici, ndr). La camera l’ha approvato e ora, al Senato… Zan! L’hanno bloccato – ha premesso la comica torinese – Questo Ddl dice semplicemente che se tu insulti o picchi una persona per via del suo orientamento sessuale o per il suo genere o per la sua disabilità, devi subire una condanna pecuniaria o penale. Tutto qui. Non vedo cosa ci sia di strano».

Poi la lettera al senatore leghista, diventato per l’occasione «Pilly, Pipillone bello, Pillon de mi corazón». «Come fai a dire che questa legge non è una priorità – chiede Lucianina – Tra l’altro, è una legge che non accorcia i diritti di nessuno, anzi li allarga. Guarda che la società civile è molto più avanti della politica, è ora che tu ti dia pace. Ci sono delle cose che non si possono fermare, sono inarrestabili come la tosse a teatro».

«Se passa la Legge Zan potete continuare a fare i vostri pensierini omofobi, nessuno ve lo impedisce – ha aggiunto Littizzetto – Omofobi, transfobici, ca**ialtruifobici… Nessuno vorrebbe entrare nella vostra testa, anche perché il vuoto potrebbe toglierci il fiato. Noi difenderemo sempre la tua libertà d’espressione, ma tu aiutaci a difendere la libertà di tutti di esprimere la propria sesualità senza la paura di prendersi una mazzata sul crario. Perché gli unici colpi che vogliamo vedere sono quelli di fulmine».

La comica si è lasciata scappare, tuttavia, una piccola gaffe, parlando di «scelte sessuali». Le si perdona, ma ricordiamolo a gran voce che l’orientamento sessuale non si sceglie. Ciò che si sceglie, semmai, è di vivere la propria sessualità alla luce del sole.