Uno studente bisessuale ha denunciato un docente dell’Università di Messina a causa degli insulti a sfondo omofobico ricevuti. A seguito di una riflessione del ragazzo sul cat-calling su di un gruppo Facebook, infatti, il professore avrebbe iniziato a commentare con violenza. I commenti discriminatori e omofobici si sono, quindi, spostati anche su altri post dello studente e di alcuni suoi amici attivisti LGBT+.
«Sei un fr***o perso», «Per questo militanza è parlare dei suoi pruriti sessuali», «Fatelo tornare giù e vedi come lo pestano, tanto a questi piace pure» sono solo alcune delle offese che il ventiquattrenne, che ora studia a Bologna, ha dovuto leggere.
«Sarebbe stato già molto grave se fosse accaduto in un contesto non accademico, ma così è veramente assurdo – ha dichiarato Salvo Bertino, referente dell’associazione LGBT Liberazione Queer+ – Con la nostra Consultoria ci siamo attivati per rispondere a segnalazioni come queste. È ora che l’Università faccia la sua parte». Parole di solidarietà allo studente anche da parte delle associazioni studentesche dell’Università di Messina LINK e UDU. «La violenza di genere è all’ordine del giorno, questo vale per la comunità LGBTQ+ e per tutte le studentesse – dichiara Alice Borgia di UDU – Siamo convinti che il Rettore vorrà incontrarci per progettare insieme interventi sia sul piano dei regolamenti che della formazione». Dello stesso avviso Michelangelo Billè di Link che commenta: «Che sia successo ad opera di un professore universitario non ci stupisce. Diciamo da tempo che c’è bisogno di una politica strutturale per arginare i fenomeni di omolesbobitransfobia all’interno dell’Ateneo. Adesso il Rettore ci incontri, insieme troveremo una soluzione».
Le dichiarazioni dello studente
«Da un mio commento riguardo il cat-calling su un gruppo privato (da cui è stato bannato per sessismo e omofobia) – spiega il ragazzo che ha sporto denuncia – ha iniziato a commentare dei miei vecchi post, insultando me e i miei amici e incitando i suoi amichetti ad andare sul mio profilo sostanzialmente ad insultarmi».
«In quel momento ho pensato: e se lo rifacesse? – conclude – Se lo rifacesse con uno più piccolo, con meno reti, esattamente come ero io 7 anni fa? Altre vite devastate? Per questo questa volta ho deciso di denunciare, perché oggi sono in una comunità. Oggi al mio fianco ci sono Liberazione Queer+ e Arcigay Messina insieme ad altre realtà: non sono solo, mai più».
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