Michele Bravi replica a Pio e Amedeo: «Le parole sono importanti tanto quanto le intenzioni»

È stato un Primo Maggio all’insegna dei diritti LGBT+ quello del Concertone di ieri a Roma. Tra il messaggio sulla libertà di amare chi si vuole di Chadia Rodriguez insieme a Federica Carta e la contestazione dell’omofobia leghista da parte di un coraggioso Fedez, ci sono state le delicate ma profonde parole di Michele Bravi, che ha replicato al monologo di Pio e Amedeo contro il politically correct.

Il duo di comici bianchi, etero e cisgender aveva, infatti, affermato nel corso dell’ulima puntata di Felicissima Sera che termini come «ne*ro» e «fr*io» possono essere detti, perché quel che conta non sono le parole ma l’intenzione, invitando le minoranze a farsi una risata. La proposta di sdoganamento è stata apprezzata da gran parte del pubblico dello show di Canale 5, compreso un altro duo, quello sovranista formato da Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Non con altrettanto entusiasmo è stato accolto dai diretti interessati, ovvero la comunità black e quella queer.

«Volevo fare una riflessione, perché in questi giorni si è parlato tantissimo dell’uso delle parole – ha esordito Bravi durante la sua esibizione sul palco del concertone – Qualcuno ha anche detto che l’intenzione è molto più importante delle parole che si usano. Io voglio dire una cosa da cantautore. Io uso le parole proprio per raccontare la visione creativa del mondo e per me le parole sono importanti tanto quanto l’intenzione».

«Le parole scrivono la storia – ha poi aggiunto l’artista – Anche quelle più leggere possono avere un peso da sostenere enorme: la mia community (quella LGBT+, ndr) lo sa bene. Io ci ho messo tanti anni per trovare le parole giuste per raccontare il mio amore per un ragazzo. E per me è un onore farlo adesso, qua, su questo palco, grazie a voi che avete ancora voglia di ascoltare gli artisti e di dare il giusto peso alle parole».

Michele Bravi sembra dunque sposare lo stesso pensiero di Tiziano Ferro, anch’egli dichiaratamente omosessuale dopo un lungo periodo a trovare le parole e le forze per fare coming out, in un panorama musicale dove spesso gli artisti gay e bisessuali preferiscono la riservatezza sulla propria vita sentimentale, a differenza dei colleghi eterosessuali.