Nonostante i tentativi di censura, Fedez svergogna l’omofobia della Lega al Concertone del 1 Maggio

È un ally coraggioso quello che pochi minuti fa si è esibito sul palco del Concertone del Primo Maggio a Roma. Prima di cantare, Fedez ha letto un discorso a supporto della legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo, facendo nomi e cognomi di coloro che stanno cercando di ostacolarne l’approvazione in Senato ed elencando alcune dichiarazioni cariche di odio omotransfobico pronunciate da esponenti del Carroccio.

Il rapper milanese ha precisato che ha dovuto insistere per avere il permesso di esprimere le proprie idee, dopo che gli organizzatori gli hanno chiesto di avere il testo di ciò che avrebbe detto durante la diretta e che la vicedirettrice di Rai 3 avesse definito inopportune le sue parole. E invece Fedez, alla fine ha fatto nomi e cognomi.

«Il sonnecchiante Ostellari – ha esordito il cantante – ha deciso che un disegno di legge di iniziativa parlamentare, quindi massima espressione del popolo, come il ddl Zan può essere bloccato dalla voglia di protagonismo di un singolo, cioè se stesso». Fedez ha poi aggiunto, sarcasticamente, che il presidente della Commissione Giustizia al Senato «fa parte di uno schieramento politico che negli anni si è distinto per la sua lotta all’uguaglianza», elencando le riprerevoli affermazioni di alcuni leghisti rappresentanti delle istituzioni.

Il marito di Chiara Ferragni ha inoltre ricordato come Ostellari ritenga che combattere l’omotransfobia sia una priorità, ma che in compenso si è trovato il tempo per discutere «dell’etichettatura del vino, la riorganizzazione del CONI, l’indennità di bilinguismo ai poliziotti di Bolzano e, per non farsi mancare nulla, il reintegro del vitalizio di Formigoni».

Quello di Fedez è stato il secondo endorsement della giornata a una legge contro l’omotransfobia. La lunga giornata di esibizioni della capitale si è infatti aperta con un topless rainbow della cantante trap Chadia Rodriguez che, insieme a Federica Carta, ha lanciato un messaggio di inclusione: «Libera l’amore».

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