Giorgia Meloni: «ddl Zan porta il gender a scuola». Poi dice che non sa cosa sia il gender.

Nell’era del populismo dallo slogan facile fare politica entrando nel merito dei temi e dei disegni di legge sarà fuori moda, ma Giorgia Meloni oggi si è superata dimostrando di non sapere neanche ciò di cui ella stessa parla (non che ce non fosse facile accorgersene dalle sue dichiarazioni in cui si parla di utero in affitto e bamnini che si scambiano i vestiti a scuola).

La leader di Fratelli d’Italia si contraddice in due momenti diversi durante la conferenza stampa che si è tenuta oggi nella sede del partito, parlando a proposito della controproposta di legge che nelle prossime ore la Lega (lo stesso partito che affermava di aver ben altre priorità) presenterà come tentativo di affossare il ddl Zan, ritenuto «divisivo».

Meloni esordisce dicendo di «non aver letto» e allo stesso tempo di «aver letto a grandi linee» il testo del Carroccio, sostenendo nonostante ciò che si tratti di una «iniziativa intelligente», perché eviterebbe di portare il «gender nelle scuole». Questa fantasiosa interpretazione deriva dal fatto che la legge prevede l’educazione contro l’omotransfobia negli istituti scolastici.

Che la teoria gender sia un’invenzione lo hanno sottolineato anche gli psicologi, ma a Meloni continua a citare questa fantomatica teoria in svariate interviste e post social. Questa volta, tuttavia, le cade la maschera quando una giornalista le chiede cosa significhi portare il gender nelle scuole. «Ah guardi, io non l’ho mai capito bene – è la sua risposta – E credo neanche quelli che lo propongono, infatti ne propongono sempre di nuovi».

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