A Roma un ragazzo è stato picchiato e cacciato di casa dopo aver fatto coming out come gay. A darne la notizia l’organizzazione Gay Center che ha accolto il giovane nel progetto Refuge LGBT, la casa arcobaleno che ospita persone vittime di omolesbobitransfobia.
Nella testimonianza che i volontari hanno raccolto il ragazzo, chiamato Andrea per motivi di privacy, racconta la tragica storia di violenza famigliare che ha vissuto. «Quando ho detto a mio padre che ero gay – racconta Andrea – mi ha detto che si era stancato di me e di tutti i miei amici fr**i. Non potevo più avere amici perché altrimenti pensava cose brutte su di loro. Ha preso la valigia e mi ha buttato fuori di casa».
Anche il coming out con la madre non è stato facile. Secondo il racconto di Andrea, infatti, la donna non avrebbe accolto la rivelazione del figlio. «Lei non ha reagito per niente bene alla notizia – continua – Il suo compagno, invece, ha reagito malissimo e mi ha tirato un pugno sul costato che mi fa ancora molto male. Mi ha poi inseguito sino a quando non sono riuscito ad entrare in un cancello dove ho trovato una ragazza che mi ha aiutato».
Non avendo dove andare, Andrea si è rivolto a Gay Center, che gli ha trovato una sistemazione nella casa famiglia Refuge LGBT. «Proprio per ragazzi come Andrea il progetto Refuge LGBT deve continuare! – scrive Pietro Turano neoportavoce di Gay Center – La prima casa famiglia per giovani vittime di omofobia e transfobia in Italia, continuerà ad accogliere anche nei prossimi mesi ragazzə rifiutatə e allontanatə dalla propria famiglia, giovani cacciatə di casa perchè lesbiche, gay, bisex o trans».
Refuge LGBT ha infatti rischiato di chiudere lo scorso 30 maggio a causa della sottrazione di un partner. Grazie alle centinaia di piccole donazioni, però, la casa potrà rimanere ancora aperta. Il progetto non ha, tuttavia, ancora superato l’emergenza e le donazioni ricevute, sebbene essenziali, non garantiscono la continuità del servizio. «Ogni aiuto – conclude Turano – in questo momento è fondamentale».
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