! * Cronaca

Brescia, coppia denuncia la persecuzione omofoba dei condomini tra molestie e intimidazioni

Quando tre anni fa Miriana e Ayaan si sono unite civilmente a Brescia, probabilmente immaginavano che la loro unione potesse essere oggetto di discriminazione in un Paese non ancora libero dal fenomeno dell’omofobia, ma mai avrebbero pensato a una persecuzione da parte dei propri condomini, fatta di atti vandalici, derisioni, curiosità morbosa e gesti intimidatori.

Pochi mesi dopo la loro convivenza, sono infatti iniziati i problemi con i vicini di casa, che sono degenerati quando hanno palesato la loro relazione. «Inizialmente alcuni condomini hanno cominciato a provarci con noi – ci racconta Miriana – con domande impertinenti e atteggiamenti molesti, come quello di guardarci continuamente, anche con il binocolo, dalla finestra. Uno di loro ci ha invitato a casa sua sostenendo che ci avrebbe fatto fare dei “provini” per Mediaset. Poi, per ben quattro volte, ha finto di sbagliare porta, entrando dritto nel nostro salotto. Quando con queste persone abbiamo alzato la voce, allora hanno sparso la notizia della nostra omosessualità e abbiamo avuto problemi con altre persone del condominio».

Miriana ci ha raccontato dei danni di oltre 1.500 euro alle loro auto, del sale inserito nella loro cassetta delle lettere in modo che all’apertura si rovesciasse addosso, del cibo e dei medicinali gettati sul balcone che hanno messo in pericolo i loro cani. «Da allora ogni cosa è colpa nostra o dei nostri cani – ci rivela – Dicono che siamo delle “quasi donne”, per loro siamo “le lesbiche”. C’è chi ci ha detto ci sente fare le schifezze, cosa assolutamente non vera perché ci riteniamo delle persone discrete. Riceviamo continue citofonate di notte in cui ci vengono dette cose come “siete voi le lesbiche?” oppure “lesbiche di me**a”, scendiamo impaurite per vedere e non c’è nessuno, o sentiamo gente correre via». Ai pregiudizi per il loro orientamento sessuale se ne aggiungono poi altri: «Oltre alle frasi inerenti a noi in quanto coppia dello stesso sesso, ne abbiamo sentite altre in quanto al fatto che Ayaan è mulatta, e che entrambe abbiamo i dreadlocks e quindi per questo saremmo sporche».

Miriana racconta una situazione infernale con la quale lei e sua moglie convivono (o, forse dovremmo dire, alla quale sopravvivono) da allora e che si somma alle microaggressioni da parte di estranei quando si muovono da casa per fare le cose che fa ogni coppia. «Purtroppo la situazione di casa è diversa – ci ha spiegato – perché non puoi semplicemente decidere di andartene… E ieri abbiamo deciso quantomeno di denunciare. Non possiamo aspettare che succeda qualcosa di drammatico per prendere in mano la situazione».

Le denunce ai Carabinieri

Anche se la tentazione di evadere in fretta da quell’incubo può essere forte, lasciare una casa di proprietà è una decisione non banale, oltre ad essere ingiusta e a significare darla vinta a chi ti fa sentire in tutti i modi indesiderato per quello che sei. Secondo quanto ci racconta Miriana, a suggerire di cambiare casa sarebbero stati gli stessi militari. «Siamo state ieri dai carabinieri e abbiamo sporto denuncia – ci racconta – Non saremmo andate via senza avere qualcosa in mano, dato che già nel 2020 ci siamo recate ben due volte e ci è stato consigliato di cambiare casa. Casa è di nostra proprietà, e inoltre non siamo noi a dover andare via per risolvere questa questione».

Denunce che sembrerebbero lasciare indifferente l’amministratore del condominio, che non ha mai risposto alle mail, e che non intimoriscono i condomini. «Dai balconi si radunano e tutti incravattati dicono che non sappiamo con chi abbiamo a che fare, che conoscono avvocati, che i “carabinieri terroni” da cui andiamo “non fanno un ca**o”», ci riferisce.

Alla domanda sull’utilità di una legge contro l’omotransfobia come quella attualmente in discussione al Senato, Miriana risponde senza esitazione. «Non ci sono dubbi, quella prevista dal ddl Zan è un’aggravante necessaria – sottolinea – Noi non ci sentiamo prese in considerazione come donne, come famiglia omosessuale altrimenti. Quelle che ci vengono rivolte sono offese gratuite e discriminazioni. Io non prenderei un tranquillante per dormire la notte se qualcuno avesse soltanto un’obiezione civile, lo prendo perché ho paura che quest’odio ingiustificato diventi sempre più concreto. Non ci sentiamo sicure per la nostra incolumità e quella dei nostri cani».

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